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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2012 alle ore 08:14.

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Un ritorno oltre il 60% del capitale investito. L'operazione Valentino Fashion Group ha fruttato finora per il fondo di private equity Permira oltre 1,6 volte quanto investito. Con un investimento complessivo di 3,2 miliardi di euro (2,6 milioni per Vfg e il 51% di Hugo Boss più altri 600 milioni per un'ulteriore quota del 22% della casa tedesca) Permira era riuscito nel 2007 a conquistare la maison italiana, che era arrivata a detenere nell'ottobre di quell'anno anche il 73% della tedesca Hugo Boss. Di quella cifra 1,56 miliardi erano stati pagati in equity (il resto era un prestito di Mediobanca, Unicredit e Citi) dal fondo (60%), dalla famiglia Marzotto (20%) e da altri coinvestitori(20%), tutti azionisti della lussemburghese Red & Black società veicolo attraverso la quale fu fatta l'acquisizione. Gli stessi azionisti, poi, reinvestirono nella società altri 260 milioni nel 2009 per ricapitalizzare Valentino, che venne scissa da Hugo Boss e lasciata senza un euro di debito. «È stato fondamentale far crescere il brand con la coerenza e la disciplina che ne hanno conservato l'identità» spiega Nicola Volpi alla guida di Permira in Italia, aggiungendo: «il lavoro fatto in questi anni è la premessa per consentire a chi ha ereditato il testimone di realizzare un altro importante passo di crescita, mi auguro sempre nel rispetto dell'identità di un brand unico».
A seguito della vendita della casa di moda italiana a Mayhoola for Investment, società del Qatar riconducibile allo sceicco Hamad bin Kahlifa al Thani, è possibile fare qualche conto. Vfg è stata ceduta per un importo di 710 milioni di euro (con un multiplo di 27 volte rispetto all'Ebitda stimato per il 2012 di 28 milioni), cui si aggiungono i 3,78 miliardi del valore del 66% di Hugo Boss, quotata a Francoforte, ancora in mano alla Red & Balck. Se al totale si toglie il debito in pancia alla lussemburghese, pari a 1,3 miliardi, il valore in portafoglio per gli azionisti della Vfg è pari ad oggi a 3,1 miliardi. Con possibilità, naturalmente, di un'ulteriore valorizzazione a suo tempo della controllata tedesca considerato che: «La vita dei due investimenti è completamente separata e aver venduto Valentino non vuole dire che Hugo Boss sia in vendita» precisa Volpi.
Diverse le manifestazioni d'interesse ricevute dal fondo per Valentino, dopo la ristrutturazione finanziaria e industriale che ha permesso alla maison di crescere negli ultimi anni sotto la guida dell'amministratore delegato Stefano Sassi e dei direttori creativi Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli. La scelta degli azionisti è però andata alla società araba riconducibile direttamente alla famiglia dell'emiro «per l'approccio industriale valido e di lungo termine, per la concretezza e la credibilità degli acquirenti e per la serietà degli advisor che li rappresentavano» spiega Volpi. Ora toccherà ai nuovi proprietari dare nuove prospettive alla casa di moda già presente nel mondo con 90 punti vendita ma con ampi margini di crescita non solo a livello geografico ma anche come qualità dei flagship, sul modello di quello realizzato a Milano che ha raddoppiato le vendite dopo il restyling.
Ma quali sono ora le prospettive di Permira in Italia? Innanzitutto il capitale incassato dalla cessione andrà in buona parte a diminuire la leva finanziaria di Red & Black, ma per i nuovi investimenti al private equity resta ancora un miliardo del fondo IV, raccolto nel 2006 per un totale di 9,6 miliardi. Operazioni del calibro di Valentino sembrano al momento improbabili, anche per la mancanza di linee di credito da parte degli istituti bancari: «la dimensione non è un problema, in quanto è nei nostri obiettivi guardare anche aziende più piccole, diciamo a partire da 100-150 milioni di equity investito» commenta Volpi, proseguendo poi: «Continuiamo ad essere interessati all'Italia, che resta per noi un Paese chiave e lo conferma la dimensione del team, peraltro destinato a crescere». E se dopo l'esperienza Valentino, a Volpi si chiede se investirebbe ancora nella moda, risponde sicuro: «Certamente, grazie anche all'esperienza maturata, guarderemo con interesse ad opportunità nel settore della moda».
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