Con i record del mais è tornato alla ribalta l'annoso problema della contrapposizione tra cibo e combustibili. Le associazioni di allevatori statunitensi hanno chiesto al Governo di sospendere per un anno l'obbligo di miscelare etanolo alla benzina: un mandato che costringe di fatto a destinare un terzo della produzione nazionale di mais ai biocombustibili e che a loro giudizio sta provocando «gravi danni economici». Con il raccolto danneggiato dalla siccità, le scorte basse e i prezzi ai massimi storici, le conseguenze rischiano di essere pesanti in tutta la filiera: il costo e la scarsa reperibilità dei mangimi stanno facendo soffrire gli allevatori e provocheranno quasi certamente un rincaro delle carni.
In difficoltà sono anche i distillatori di etanolo, come dimostra il bilancio di Archer Daniels Midland(Adm). Il colosso agroalimentare, secondo produttore Usa del biocombustibile, ha subìto un calo del 25% dei profitti, a 284 milioni di $, nel trimestre aprile-giugno: una contrazione dovuta in gran parte alla divisione etanolo, che ha registrato una perdita operativa di 61 milioni.
«Stiamo avendo problemi ad acquistare mais – denuncia J.D. Alexander, presidente dell'Associazione Usa degli allevatori di bovini – È ora di svezzare l'industria dell'etanolo e farla camminare sulle sue gambe. Il mandato sta davvero esercitando un grosso peso sulle nostre operazioni ».
Gli allevatori hanno trovato un alleato in Gregory Page, ceo di un altro colosso dell'agribusiness, la Cargill: «Una riduzione del 3-4% dell'offerta di mais sta provocando rialzi di prezzo del 40-50% – ha dichiarato il manager alla Cnbc – È d davvero un onere sproporzionato, se ricade tutto su allevatori e consumatori finali. Credo che sia il mandato per l'etanolo a guidare qulla elasticità dei prezzi di cui ora dobbiamo occuparci».
Dalla sua introduzione nel 2007, l'Environmental Protection Agency (Epa) non ha mai sospeso il mandato, nemmeno quando a chiederglielo, quattro anni fa, fu il governatore del Texas Rick Perry. Oggi un sì appare difficile: la legge non include le associazione di settore tra i soggetti che possono chiedere una sospensione, che comunque è ammessa solo in caso di «gravi rischi economici o ambientali». Il segretario all'Agricoltura Tom Vilsack, nei giorni scorsi, aveva escluso la necessità di un simile intervento.
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