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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2012 alle ore 12:52.

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Prima Intesa Sanpaolo, poi Unicredit. Oggi le due maggiori banche italiane hanno approvato i conti di metà anno, due semestrali che si somigliano molto: entrambi i gruppi, infatti, pur forti di requisiti patrimoniali superiori a quelli richiesti dall'Eba, decidono di proteggersi dai rischi di mercato aumentando gli accantonamenti, una scelta che impatta però negativamente sugli utili.

La prima a ufficializzare i conti, in tarda mattinata, è stata Intesa Sanpaolo. Una semestrale all'insegna della «redditività sostenibile» quella di Ca' de Sass, che ha chiuso il primo semestre con un utile netto in calo del 9,1% a 1,274 miliardi di euro. Nel solo secondo trimestre, il risultato netto é sceso a 470 milioni, un valore comunque migliore del consensus degli analisti che stimava una flessione più marcata attorno ai 270 milioni. I proventi operativi netti sono saliti del 2,6% nei primi sei mesi dell'anno a 8,944 miliardi ma sono calati del 14,2% a 4,131 miliardi. Gli oneri operativi sono arretrati dell'1,9% nel semestre a 4,45 miliardi, ma sono saliti dell'1,6% a 2,243 miliardi nel trimestre. Il risultato della gestione operativa é salito del 7,4% a 4,494 milioni nel semestre e calato del 27,6% a 1,888 miliardi nel trimestre. Il core tier 1 si attesta al 10,7% con un coefficiente pro-forma Eba al 10,1%. «Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti nei primi sei mesi dell'anno». Sottolinea il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Enrico Cucchiani: «La banca - rileva Cucchiani - chiude con un bilancio estremamente solido: i coefficienti patrimoniali sono ben al di sopra dei parametri richiesti dai regolatori europei, collocando la nostra Banca al top della graduatoria dell'Eurozona».

andamento titoli

Poco prima delle 15, invece, è toccato a UniCredit alzare il velo sulla semestrale. Piazza Cordusio ha chiuso il primo semestre con un utile netto di gruppo in calo del 18% su base annua a 1,1 miliardi, mentre nel solo secondo trimestre la flessione del risultato netto consolidato é del 66,9% a 169 milioni contro 302 milioni nel consensus degli analisti. Buona la tenuta del Mol a 2,5 miliardi nel secondo trimestre, si legge in una nota, a conferma della capacità del Gruppo di affrontare il difficile contesto e bene anche i costi operativi. In netto aumento gli accantonamenti su crediti (+23,6% annuo a 3,3 miliardi nel semestre e +62,2% a 1,9 miliardi nel II trimestre) a causa del difficile contesto economico. «Nonostante il rapido peggioramento del contesto economico mondiale, nel secondo trimestre 2012 il margine operativo lordo - sottolinea il ceo, Federico Ghizzoni - mostra una buona tenuta, sostenuto dal dinamismo che caratterizza l'attuazione del programma di riduzione dei costi previsto dal Piano strategico». Il Core tier 1 si attesta al 10,4%.

Chiusa la pendenza Brontos. Contestualmente alla semestrale, UniCredit comunica di aver chiuso le pendenze con le Agenzie delle Entrate in relazione alle operazioni di finanza strutturata relative agli esercizi 2007, 2008, 2009, tra cui l'operazione Brontos per cui è stato indagato l'ex amministratore delegato, Alessandro Profumo, pagando 264,5 milioni di euro al fisco.

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