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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2012 alle ore 06:42.

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In Italia c'è chi le Olimpiadi le ha già vinte. Mentre a Londra lo sport di tutto il mondo si sfida e gli atleti tricolori si destreggiano tra ori e scandali (il caso del marciatore Schwazer), la medaglia d'oro "tecnica" va a Nerio Alessandri. Il patron della Technogym si è piazzato primo (e unico) sul podio con 800 macchine per allenare i 15 mila sportivi in gara: è il fornitore in esclusiva per le Olimpiadi.
Non è stata altrettanto brillante, però, la cassaforte del «filosofo del fitness». La Wellness holding, capogruppo dell'impero fondato nei primi anni '80 a Gambettola entroterra romagnolo tra le campagne di Forlì, ha chiuso il 2011 con una perdita di 2,1 milioni (e ha varato una pulizia delle partecipazioni). Non è certo colpa del gioiellino Technogym (poco meno di 400 milioni di giro d'affari, quasi tutto realizzato fuori Italia e debiti pari alla marginalità), che anzi è stata in utile di 3,2 milioni l'anno scorso e il 2012, proprio sulla scia del maxi contratto delle Olimpiadi, andrà probabilmente ancora meglio (a dispetto della recessione e della crisi, la spesa per il benessere e la forma fisica è in aumento ovunque). Ma costi generali e spese per il personale, in assenza di dividendi da Technogym, hanno portato il bilancio in perdita. Rispetto al 2010, peraltro, c'è stato un miglioramento, visto che dodici mesi prima la perdita era di 3,4 milioni. Proventi da partecipazioni per 730mila euro (assenti l'anno prima) hanno infatti alleggerito il rosso 2011. Sta di fatto, però, che negli ultimi tre anni la cassaforte ha accumulato perdite per 6,6 milioni, mentre nell'anno di grazia 2008 la cassaforte grondava utili (34 milioni), grazie alla vendita di una quota di minoranza del 40% di Technogym al fondo Candover (private equity inglese poi travolto dalla bolla speculativa della crisi finanziaria e incappato nel dissesto della Ferretti Yacht, ironia della sorte conterranea di Technogym). Un rosso, comunque, che non spaventa certo Mr. Fitness: la sua Technogym in bilancio è iscritta per appena 62 milioni contro i 372 milioni di patrimonio netto (190 la quota parte della Wellness). C'è dunque spazio per una rivalutazione e in ogni caso l'equity della cassaforte (poco meno di 65 milioni) è in grado di assorbire il passivo senza alcun problema. Infatti l'assemblea dei soci della Wellness, che poi è il solo Alessandri proprietario al 100%, ha approvato di ripianare il rosso ricorrendo alle più che abbondanti riserve (che ammontano a 71 milioni) di Wellness, che non è solo il veicolo con cui Alessandri controlla Technogym ma anche il fulcro dei suoi interessi imprenditoriali. Il portafoglio partecipazioni conta la Health System e la Rent Equipment. Più la metà del capitale della Axon Finance, investment company dell'imprenditore umbro del cemento Giuseppe Colaiacovo, che ha sottoscritto l'1% di Ambienta Sgr, il fondo "green" di Nino Tronchetti Provera. Ma proprio sul portafoglio Nerio Alessandri ha fatto razionalizzazione e pulizia: a fine anno scorso, si legge nella relazione di bilancio, è stata venduta la quota (del 40%) in Starpool, società che costruisce piscine per un valore di 220mila euro. Più di recente, lo scorso maggio, è stata anche ceduta la partecipazione nella società Pleiadi.
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