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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2012 alle ore 08:17.

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LONDRA - Il Libor cambia o muore. A poche settimane dallo scandalo che ha costretto Barclays Bank a pagare una multa miliardaria e minaccia di fare altrettanto con i maggiori istituti di credito anglosassoni, la riforma di un meccanismo arcaico è partita. L'uomo che guiderà la revisione è Martin Wheatley, oggi managing director di Fsa, l'authority britannica dei servizi finanziari destinata a sciogliersi nella Banca d'Inghilterra all'inizio dell'anno prossimo. Prima di allora, il nuovo Libor dovrà essere nato e pienamente in funzione.

L'iter prevede che gli spunti individuati da Wheatley nel discussion paper lanciato ieri siano dibattuti nelle prossime settimane. Entro la fine di settembre dovranno essere raggiunte le conclusioni, ovvero calde raccomandazioni per ridisegnare il tasso interbancario di Londra senza esporlo più ai maneggi di traders disonesti o di banche compiacenti. Si tratta, in primo luogo, di dargli una base scientifica per non doversi affidare a una stima come avviene ora quando le banche annunciano i tassi ai quali dicono di potersi finanziare. «Ormai è assolutamente inaccettabile – ha insistito il regolatore nell'illustrare le idee che esporrà al Tesoro e alla comunità bancaria – immaginare di poter andare avanti senza riforme. Anche gli istituti di credito preferiscono un sistema cristallino, capace di abbattere i rischi. Un'opzione è un meccanismo che monitorizzi gli scambi reali». In altre parole, un sistema capace di fissare i valori del vero tasso di finanziamento e non un'ipotesi. Tecnicamente non è semplice, se lo si volesse applicare al ventaglio di rates interbancari oggi offerti dal Libor.

La riforma si potrebbe muovere in due fasi: una sul breve periodo per apportare le correzioni più urgenti e una di medio periodo che potrebbe anche concludersi con l'adozione finale di altri benchmark. E non solo per i Libor. Martin Wheatley ha infatti confermato che altri criteri di valutazione dei tassi – da quelli per il petrolio, ai titoli azionari, all'oro – sono sotto scrutinio. Nel caso del Libor però si pone un problema di validità dei contratti esistenti. «Ogni migrazione verso nuove forme di riferimento – ha precisato – richiede una transizione molto delicata per evitare l'impatto su milioni di contratti esistenti che si basano sul Libor».

Avanti con giudizio quindi. E su questo punto Martin Wheatley ha insistito che la riforma è pienamente condivisa dalle banche nonostante l'associazione bancaria potrà essere estromessa dal fixing del Libor prossimo venturo. Il regolatore lo ha lasciato intendere immaginando un panel di supervisori, una sorta di authority indipendente che dovrà controllare il funzionamento del tasso interbancario futuro. Anche perché le conseguenze per chi tentasse di aggiustare il sistema cercando un vantaggio personale o dell'istituto per il quale lavora, rischierà sanzioni più gravi. L'ipotesi di farne un reato da codice penale è sul tavolo e nelle prossime settimane sarà discussa e valutata.

Entro il 7 settembre gli enti interessati alla riforma – in primo luogo le banche – dovranno inviare a Fsa i loro suggerimenti, lasciando poi a Martin Wheatley il compito di tirare le fila con il rapporto finale, pietra angolare di una riforma che Londra, in questo caso, non vuole varare da sola. «Ci stiamo confrontando con organismi internazionali – ha precisato il sottosegretario al Tesoro e ministro per la City, Mark Hoban – per definire una soluzione globale».

Il caso è planetario, ma le radici affondano in Barclays Bank, l'istituto sospettato di aver ospitato i traders più attivi nell'agire in modo fraudolento. E per questo la banca ha pagato con una multa da 453 milioni di dollari e le dimissioni di tutta la prima linea. La nomina del nuovo presidente, David Walker un insider dell'establishment bancario britannico, va nella direzione auspicata dalla City: ridare credibilità a una banca in attesa che tutto cambi con l'archiviazione definitiva del Libor.

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