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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2012 alle ore 06:41.
TRANI
Chiusa da oltre una settimana, anche l'indagine su Fitch ha fatto ieri un altro passo in avanti con il deposito degli atti nella segreteria della procura tranese e la notifica, ai legali degli indagati, dell'avviso di conclusione dell'inchiesta. Il Pm, Michele Ruggiero, accusa due analisti finanziari apicali della società franco statunitense, David Riley e Alessandro Settepanni, di manipolazione del mercato azionario e delle merci con giudizi falsati (la stessa accusa è stata mossa a S&P e Moody's), manipolazione aggravata dal ruolo di Fitch incaricata dal Governo italiano di fornire il rating all'emissione.
Dunque un'aggravante specifica mossa all'agenzia che ha sede a Parigi perché incaricata di un pubblico servizio affidato dal ministero dell'Economia che, in precedenza, lo aveva revocato a Standard&Poor's. Insieme alle responsabilità contestate ai due analisti, vi è quella, ricollegabile alla legge 231/2001, sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e per questo l'avviso di conclusione è stato notificato al responsabile legale di Fitch Italia presso gli uffici della sede milanese. Come si ricorderà il Pm aveva incaricato due superconsulenti, Donato Masciandaro e Giovanni Ferri, di analizzare i dati di contesto in cui maturarono le comunicazioni dell'agenzia di rating ed in particolare il loro profilo di ambiguità e falsità. L'ipotesi accusatoria iniziale del Pm sarebbe stata «arricchita» anche dalle conclusioni, strettamente tecniche, contenute nella perizia e definita molto «corposa», perché piena di dati, a suo tempo reperiti, inseriti in un database informativo e poi analizzati in dettaglio per rispondere ai quesiti di indagine.
Chiusa l'inchiesta preliminare ed avvisati gli indagati, i legali sono ora nella condizione di consultare tutta la documentazione di indagine depositata nella segreteria del Pm, compresa la perizia consegnata a Trani nei primissimi giorni di aprile scorso, e potranno utilizzare il periodo previsto dal codice di procedura penale per presentare memorie e chiedere che gli accusati vengano anche ascoltati in procura. C'è tempo quindi - considerata la sospensione dei termini processuali nel periodo feriale - fino al 5 ottobre per articolare le posizioni difensive nell'inchiesta che la procura di Trani ha apero dopo le denunce presentate da Adusbef e Federconsumatori, che hanno più volte annunciato che si costituiranno parte civile nell'eventuale processo e che stanno studiando le modalità per una class action, legata al danno subito dall'Italia per la diffusione dei giudizi negativi sulla situazione del Paese e del sistema bancario italiano, danno stimato in 120 miliardi di euro.
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