Le partecipazioni in Grecia e Italia pesano sui conti del Crédit Agricole. La banca francese ha chiuso il secondo trimestre del 2012 con un utile netto consolidato di 111 milioni di euro, in calo del 67,4% rispetto all'anno prima, dopo avere svalutato per 427 milioni di euro la quota detenuta in Intesa Sanpaolo e avere registrato un costo complessivo per l'esposizione alla Grecia (attraverso la controllata Emporiki) di 370 milioni di euro.

Il primo semestre del gruppo, che in Italia controlla Cariparma, si è concluso con un utile di 363 milioni (-73%). A proposito della partecipazione nel gruppo italiano la stessa banca ha poi annunciato di essere scesa al di sotto della quota del 2% «a seguito delle vendite scaglionate negli ultimi mesi». In base alle più recenti indicazioni ufficiali il gruppo francese deteneva una quota del 3,81%.

Tornando ai conti a fine giugno, la banca precisa che il risultato del secondo trimestre ha risentito anche del costo del piano di adeguamento per 16 milioni di euro, mentre ha avuto un impatto positivo per 140 milioni la rivalutazione del debito legato al rischio di credito proprio. L'importo dei crediti deteriorati è pari a 23,8 miliardi e rappresenta il 4,6% degli impieghi lordi verso la clientela e verso istituti di credito: l'andamento è in linea con i dati 2011.

A proposito della controllata greca, l'amministratore delegato Jean-Paul Chifflet ha annunciato che sono in corso trattative di cessione e che la banca francese spera di vendere Emporiki «entro qualche settimana»: in sei mesi l'istituto greco ha pesato per 1,27 miliardi sul bilancio dell'Agricole.

In borsa in mattinata il titolo si mantiene in territorio positivo con un guadagno di circa mezzo punto percentuale.

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