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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2012 alle ore 06:39.
MILANO
A Piazza Affari tutti a caccia delle società editoriali. Il rialzo monstre di Rcs, che ha praticamente raddoppiato il valore in Borsa in una manciata di giorni, ha "contagiato" l'intero settore dei media. Le case editrici quotate, nessuna esclusa, prendono il volo. Ieri i titoli del settore hanno messo a segno le migliori performance di Piazza Affari, coronando un mese già positivo: il gruppo L'Espresso di Carlo De Benedetti, che pubblica il quotidiano La Repubblica, con il balzo di ieri sale del 31% da fine luglio, mentre la Mondadori della famiglia Berlusconi segna un rialzo del 24% da fine luglio.
Al centro del rally anche il Gruppo 24 Ore (che pubblica questo giornale), miglior titolo della seduta oltre a Rcs: con il rialzo di ieri (+12% dopo un balzo intraday del 18%) il guadagno è del 40% in una settimana, tra volumi che ieri erano undici volte la media (774mila pezzi contro i 25mila di venerdì scorso). Sul quotidiano economico fa premio - secondo gli operatori - anche il focus sull'informazione di servizio economico-finanziaria e professionale, apprezzata quando l'economia e i mercati attraversano fasi di incertezza e recessione.
Insomma, dopo essere stato colpito duramente in Borsa per le incertezze del mercato pubblicitario, il settore editoriale sembra essere stato riscoperto dagli investitori. Dietro il fenomeno non c'è solo l'improvvisa impennata del gruppo di Via Solferino, che ha comunque contribuito a riaccendere l'interesse del mercato, ma anche le notizie provenienti dall'estero: se in Germania Google potrebbe dover pagare gli editori per gli articoli pubblicati, allora anche altri Paesi europei si accoderanno e per i giornali si aprono nuovi e insperati ricavi.
Le società editrici sono alle prese con una difficile congiuntura e con un salto tecnologico-generazionale: la carta stampata guarda al passato e i giornali digitali sono il futuro. Ma per ora il passaggio sta facendo perdere ricavi e diminuire le vendite. I problemi del settore sono poi amplificati dalla recessione visto che gli editori vivono di pubblicità. Proprio questi timori sono stati alla base della discesa in Borsa di tutto il settore con punte negative (Mediaset è arrivata a perdere quasi il 60% in un anno). Se, a detta degli analisti, l'improvviso rialzo dei media non ha molto senso, non si giustificava nemmeno il crollo degli ultimi mesi. La verità probabilmente sta nel mezzo: dopo un eccesso di vendite, spesso esagerate a scapito anche dei fondamentali, il mercato cercava un appiglio per tornare a comprare. Il balzo di Rcs, come quello di Mediaset agli inizi di agosto, si possono spiegare con la chiusura di posizioni short e ricoperture. Dopo la tempesta, si torna a recuperare un poco.
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