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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2012 alle ore 08:18.

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Ci sono i fondi di private equity specializzati in distressed asset (Patron Capital, Oak Tree, Kkr, Tpg), al fianco dei fondi di private equity tradizionali che vogliono diversificare il portafoglio costituito in prevalenza da partecipazioni societarie quali investment bank (BofA Merrill Lynch, Deutsche Bank). Sono i soggetti attivi negli investimenti in portafogli di non performing loans con una forte concentrazione di transazioni concluse in Irlanda, Spagna e Regno Unito.
In Italia dall'inizio dell'anno si è assistito ad una lenta ripresa del numero di deal, ma per ora il numero è inferiore alla media europea. Tuttavia, secondo gli operatori, l'interesse degli investitori per il mercato italiano in questo momento è alto.
Da gennaio sono state tre le operazioni rilevanti: la cessione del portafoglio di Intesa Sanpaolo da 1,6 miliardi e quella di Banca Marche con due tranche, la prima a gennaio per 350 milioni ceduta al servicer Fsb e una seconda a luglio per 127 milioni alla Christofferson, Robb & Company. Gli investitori italiani più significativi sono rappresentati da operatori di medio-piccole dimensioni specializzati nella lavorazione dei crediti problematici, in particolare quelli relativi a consumer credit, come Toscana Finanza, FBS, Finanziaria Internazionale.
Un segmento diverso sono i fondi che hanno un'elevata disponibilità di liquidità in grado di potere realizzare un ritorno sul capitale investito particolarmente alto, mediamente tra 15% e 20 per cento. Sono investitori con una forte specializzazione rispetto alla tipologia di non performing acquisiti quali l'immobiliare residenziale, commerciale, corporate credits, credito al consumo. Per vedere questi fondi attivi anche in Italia bisognerà aspettare il 2013, secondo gli operatori, mentre nei prossimi sei mesi ci si attende il perfezionamento di alcune transazioni di portafogli NPL di dimensione contenuta.
La cessione di questi portafogli è diventata un'esigenza impellente per le banche per le quali si stima una crescita dei non performing loans a 125 miliardi di euro nel 2012, un incremento del 15% rispetto ai 108 miliardi del 2011 quando era stato toccato il livello più alto dal 2000, pari a circa il 6% dei prestiti totali al settore privato. Le stime sono state calcolate da Deloitte in un survey sull'outlook dei non performing loans italiani effettuato tra le 20 principali banche italiane. Da tempo gli istituti di credito hanno tentato di cedere il portafoglio dei Npl, ma finora con scarsi risultati. Una difficoltà che si aggiunge alla crescita delle sofferenze e alle criticità che il sistema finanziario deve affrontare. «Le banche devono destinare una parte sempre più rilevante del proprio capitale a copertura di attivi non fruttiferi - spiega Antonio Solinas, partner di Deloitte -. Questo aspetto va a deprimere ulteriormente i costi di gestione delle sofferenze, quasi tutti gestiti in-house. Tali oneri saranno difficilmente comprimibili se non sarà possibile cedere i portafogli di non perfroming loans».
Una delle difficoltà incontrate dagli investitori internazionali nel valutare l'investimento in portafogli italiani di NPL è la complessità dei processi di due diligence richiesti, ma non solo: «Negli ultimi tempi a seguito delle svalutazioni di crediti nelle banche di alcuni paesi a cominciare dalla Spagna, è sorta la preoccupazione tra gli investitori delle differenze nell'applicazione dei criteri contabili di classificazione e valutazione dei crediti in sofferenza. Ecco allora che l'istituzione di una vigilanza bancaria Europea sarebbe auspicabile».
Superare questi differenziali oggi è un problema di sistema e non di singole istituzioni finanziarie: solo nel momento in cui si potranno perfezionare cessioni di portafogli dei crediti in sofferenza sarà possibile avviare un passaggio fondamentale per la ristrutturazione del settore del credito in Italia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I NUMERI

125 miliardi
Previsioni Npl a fine 2012
Deloitte stima in 125 miliardi di euro nel 2012 i non performing loans, un incremento del 15% rispetto ai 108 miliardi del 2011
15-20%
Il ritorno dell'investimento
Il ritorno sul capitale investito è particolarmente alto, mediamente tra 15% e 20%
3
I deal conclusi finora in Italia
Sono 3 i deal conclusi: la cessione del portafoglio di Intesa Sanpaolo e due di Banca Marche

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