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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2012 alle ore 08:11.

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Nella foto il presidente della Bce, Mario Draghi, così come appariva nel fotomontaggio di copertina del quotidiano tedesco "Bild" nell'aprile dello scorso annoNella foto il presidente della Bce, Mario Draghi, così come appariva nel fotomontaggio di copertina del quotidiano tedesco "Bild" nell'aprile dello scorso anno

di Enrico Marro

L'attenzione dei mercati è proiettata verso il board della Bce di giovedì dove sono attesi dettagli dell'azione di Francoforte dopo le linee guida ribadite lunedì da Mario Draghi: l'istituto, ha precisato il banchiere, acquisterà titoli di Stato a breve scadenza dei Paesi in difficoltà e tale intervento sarà a beneficio di quei Paesi che sottoscriveranno un memorandum di impegni. Ma quali sono le ipotesi in campo sullo "scudo salvaspread"?

Il tetto segreto
La prima, menzionata dal settimanale tedesco Der Spiegel in agosto, è che la Bce fissi un tetto "segreto" sui tassi d'interesse, oppure sullo spread con i Bund tedeschi, da difendere intervenendo sul mercato con acquisti corposi. Tali tetti non verrebbero comunicati al mercato per lasciare alla Bce maggiore spazio di azione.

È peraltro vero che non sarebbe impossibile avere un'idea della soglia d'intervento ipotizzata dall'Eurotower: basta infatti controllare il volume degli acquisti di bond incrociandoli con la comunicazione settimanale di Francoforte sulle operazioni fatte nei sette giorni precedenti. Con questa soluzione la Bce non sarebbe obbligata a difendere ogni giorno a tutti i costi il tetto di interesse stabilito.

Il tetto palese, da difendere modello «linea del Piave»
Oppure si può comunicare ai mercati il tetto da difendere, come sta facendo la Banca nazionale svizzera che da quasi un anno mantiene il cambio con l'euro a 1,2 franchi. Comunicare il tetto, infatti, potrebbe consentire alla Bce di spendere meno per difenderlo, perché il mercato potrebbe adeguarsi, credendo che Francoforte sia davvero in grado di tenere la "linea del Piave". È di questo parare, per esempio, Christian Schulz, ex economista della Bce: tenere nascosto il tetto sarebbe come «invitare i mercati a fare il contrario di quello che vorresti e cioè, vendere, vendere, vendere per vedere quando interverrai».

La banda d'oscillazione
Altra ipotesi è quella di stabilire una banda d'oscillazione, un po' come fanno le banche centrali per limitare la volatilità delle monete. Si fissa un valore centrale e si interviene per impedire che il tasso se ne discosti di un valore prestabilito, verso l'alto, ma anche verso il basso.

Il problema della "precedenza" alla Bce sui creditori privati
C'è poi la questione della seniority, cioè la precedenza che la Bce avrebbe sui creditori privati (come avvenuto per la ristrutturazione del debito della Grecia): se confermata, costituirebbe un forte disincentivo per gli investitori. Il nodo potrebbe essere aggirato, secondo un'analisi di Citigroup, se Francoforte comprasse solo titoli a breve, normalmente non inclusi nelle ristrutturazioni del debito in caso di default.

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