La giornata di Borsa

L'effetto Draghi è arrivato a Wall Street. Il governatore della Banca centrale europea ha finalmente rotto gli indugi e ha presentato il nuovo piano antispread e una singola parola – illimitati – ha messo le ali ai listini che si sono riportati in positivo per la settimana. Hanno chiuso a livelli che non si vedevano da prima della crisi finanziaria, se non addirittura dal decennio scorso: il Dow Jones ha finito al massimo da dicembre 2007, lo S&P 500 al punto più alto da gennaio 2008 e il Nasdaq al massimo da novembre 2000.

Il Dow Jones ha guadagnato 244 punti, l'1,87%, a 13.292 punti, il Nasdaq ha guadagnato il 2,17% a 3.135,81 e lo S&P è salito del 2,04% a 1.432,12 punti. Dunque una giornata da incorniciare, la migliore dal 29 giugno per lo S&P e le blue chip, tutte in positivo, la migliore in oltre un mese per il listino tecnologico. Una giornata che arriva dopo un rally più o meno costante dei listini negli ultimi tre mesi, nonostante notizie economiche in chiaroscuro.

Non è stato però questo il caso oggi: a completare quello che le decisioni della Bce avevano iniziato ci hanno pensato proprio le indicazioni dal fronte macroeconomico americano. Bene il settore servizi (il dato Ism è cresciuto in agosto a 53,7 punti, più delle attese), a passo rapido il mercato del lavoro (le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono calate più delle stime il dato Adp sul settore privato ha segnalato la creazione di 201.000 posti, contro i 145.000 attesi dagli analisti).
Salvo poche eccezioni (Aig per esempio, in ribasso dell'1,69%, dopo avere annunciato la prossima vendita di un'ulteriore quota di Aia Group per raccogliere circa 2 miliardi di dollari), i titoli si sono attestati in deciso aumento, in vari casi finendo ai massimi storici. E' il caso di Amazon.com, che ha terminato in rialzo del 2,10% a 251,38 dollari, ma nel durante aveva raggiunto il record di 252,7 dollari: il colosso delle vendite online ha presentato i nuovi modelli Kindle per tenere il passo di Apple (+0,9%) sul mercato dei tablet.

Uno sguardo agli altri mercati: il petrolio ha terminato in rialzo dello 0,2% a 95,53 dollari al barile (dopo il drastico calo delle scorte settimanali di greggio e il ribasso più contenuto degli stock di benzina), mentre l'oro ha sfondato quota 1.700 (+11,60 dollari a 1.705,60 dollari l'oncia). In ribasso invece il biglietto verde (l'euro è salito a 1,2633 dollari). In calo infine i titoli di stato, con i rendimenti decennali saliti all'1,67% e i trentennali in aumento al 2,8 per cento.

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