Il 15 settembre 2008 precipitava Lehman Brothers, affogata in un buco di oltre 600 miliardi di dollari. Il crac dell'allora quarta banca di Wall Street è arrivato a crisi già esplosa, ma quella data si è presto fissata come l'inizio dell'incubo economico planetario. Una data simbolica, e un errore fatale da non ripetersi . Pochi giorni fa la cancelliera Angela Merkel, secondo Der Spiegel, confrontandosi con il suo entourage ha citato proprio il fallimento della banca americana: «Dobbiamo trovare una soluzione per la Grecia o corriamo il rischio di un effetto domino simile al fallimento di Lehman Brothers, nel 2008». La crisi dei mutui subprime partita negli Stati Uniti, trasmessa dal settore privato a quello pubblico, ha poi investito gli Stati sovrani europei indebitati che ancora boccheggiano nell'attesa che il piano di Mario Draghi venga applicato e cominci a dare segnali positivi.

A quattro anni da quel giorno che ha innescato il panico in tutto il mondo, il contagio – che ha offerto ogni tanto qualche illusione di rallentamento - non pare dunque arrestarsi. Nel frattempo si son perduti milioni di posti di lavoro e tante teste dei top manager più noti sono cadute. Manager di banche e aziende contagiati direttamente o di riflesso, rei in prima persona del crollo finanziario o con responsabilità di gestione messe in risalto e scaturite dai fatti di quel 15 settembre. Perché da lì è partita l'onda che si è poi propagata nei mille mari, canali e rivoli dell'economia globale. Dove, però, ci sono anche società (e personaggi) che la crisi han saputo affrontarla e superarla alla grande.

A cura di Dario Aquaro e Luisanna Benfatto

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