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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2012 alle ore 08:18.
SYDNEY
La scoperta dei più grandi giacimenti di gas naturale degli ultimi dieci anni lungo la costa orientale africana mette in pericolo gli investimenti progettati in Australia. Royal Dutch Shell, Bg Group e la francese Total potrebbero infatti ridimensionare i loro progetti per la costruzione di impianti per l'export di gas nel Paese a favore della Tanzania e del Mozambico, dove sono stati scoperti nuovi depositi e dove costi sono dimezzati.
In Australia, sono stati pianificati 180 miliardi di dollari australiani di investimenti nel gas naturale liquefatto. Un impegno che dovrebbe far diventare il Paese l'area a maggior tasso di crescita nel Gnl nel giro di cinque anni. La carenza di forza lavoro e l'alto costo dei materiali hanno però fatto salire alle stelle i costi di costruzione. In un momento in cui le società energetiche stanno prendendo decisioni strategiche, l'opzione africana è sempre più appetibile. Dei sei progetti australiani per cui verrà presa una decisione finale nel 2013 (per un totale di 100 miliardi di dollari) pochi verranno effettivamente approvati, secondo Neil Beveridge, analista di Bernstein. D'accordo è Dale Nijoka, analista per Ernst & Young Lpp che in un report parla di possibili ritardi, ridimensionamenti o cancellazioni di molti progetti.
Ciò sarebbe un colpo durissimo per l'Australia, che vedrebbe ridursi la presenza nei mercati cinese e indiano, dove il consumo di energia è stimato aumentare del 60% entro il 2030.
«I volumi scoperti nell'Africa orientale – commenta Peter Hutton, analista di Rbc Capital – costituiscono una seria minaccia. Tutte le maggiori compagnie sono interessate». Il mercato asiatico per il Gnl copre i due terzi della domanda e crescerà del 6% all'anno nei prossimi dieci anni, secondo Sanford C. Bernstein & Co.
«La competizione crescerà – ammette David Knox, chief executive officer di Santos, che sta sviluppando un progetto da 18 miliardi di dollari nel Gnl australiano con Total, Petroliam Nasional Bhd e Korea Gas Corp –. Ma possiamo continuare a competere, se riusciamo a tenere alta la produzione e sotto controllo i costi».
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