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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2012 alle ore 08:17.
Mario Greco non perde tempo e, ad un mese dal suo arrivo a Trieste, avvia un profondo cambiamento nella squadra di vertice del gruppo. Alberto Minali - un passato alla Ras ed a Eurizon proprio con l'attuale Ceo del Leone – prenderà il posto di Raffaele Agrusti nella carica di Cfo, una funzione che è stata peraltro ridimensionata ed allineata agli standard di altri gruppi finanziari internazionali.
Agrusti diviene country manager per l'Italia con un compito impegnativo, quello di «riorganizzare le attività» della compagnia nel suo principale mercato per promuoverne l'efficienza e la profittabilità. In questo nuovo incarico, a sua volta, avvicenderà Paolo Vagnone cui, nel nuovo organigramma del gruppo, è stato affidato il progetto di costruire una piattaforma globale delle Generali per i grandi clienti corporate. Queste, in sintesi, sono le decisioni prese ieri dall'esecutivo del gruppo nell'ambito di un più ampio programma di ristrutturazione organizzativa che sarà completato nelle prossime settimane.
La principale novità è quella che riguarda Agrusti. L'ex Cfo nonchè direttore generale – una carica che mantiene – occupava una funzione centrale nell'organigramma del Leone, a ridosso immediato del Group Ceo. Ogni decisione che contava nelle scelte finanziarie, legali, organizzative, regolamentari, in pratica, passava da lui.
L'incarico che andrà ora a svolgere è più circoscritto ma ugualmente sfidante, quello appunto di razionalizzare la presenza delle Generali in Italia dove il gruppo raccoglie il 29% dei suoi premi ed il 34% del suo risultato operativo totale. È una presenza che si articola in grandi società e marchi - Generali assicurazioni, Ina-Assitalia, Alleanza-Toro, Genertel, Banca Generali, Fata, Simgenia – le cui strategie non sono sempre coordinate tra loro. Ed esempio nei rapporti con la rete distributiva o le politiche assuntive. Vagnone, arrivato alle Generali all'inizio del 2011 nel momento più acuto della battaglia al vertice tra l'ex ceo Giovanni Perissinotto e l'ex presidente Cesare Geronzi, nella sua breve stagione di country manager si è soprattutto preoccupato di mettere a fattor comune la struttura dei servizi su cui si appoggiano le società operative. Agrusti avrà un mandato più vasto che non preclude anche la possibilità di giungere a riaggregazioni societarie o armonizzare importanti aspetti del business (ad esempio nell'assunzione dei rischi). Dalla sua ha una profonda conoscenza del management e delle società che è è chiamato a scrutinare. La sfida del cambiamento, forse, sta nel fatto che si tratta di realtà che in gran parte ha contribuito a creare in questi anni.
L'uomo nuovo nel top managament del Leone è il nuovo chief financial officer Alberto Minali che, dopo le esperienze in Ras ed Eurizon, negli ultimi anni ha fondato e portato al successo il fondo Eskatos, specializzato nel trasformare i rischi attuariali degli assicuratori in prodotti d'investimento (nel 2011 il 50% è stato ceduto ad Azimut). L'incarico di Cfo che andrà ad occupare è stato profondamente rivisitato. Ad essa faranno capo, come nel passato, le funzioni di bilancio, fiscale, controllo e pianificazione strategica, merger&acquisition, investor relations del gruppo cui si aggiungerà anche la responsabilità dei servizi attuariali da cui dipende il calcolo delle riserve assicurative. In questo ambito in pratica al Cfo farà capo anche il calcolo dei ratios patrimoniali della compagnia compresop il passaggio al nuovo sistema di vigilanza prudenziale europeo (Solvency II). Tuttavia, a differenza del precedente organigramma, alla funzione di chief financial officer non risponderanno più i responsabili degli investimenti finanziari ed immobiliari, dell'area legale e societaria e della corporate social responsability posti direttamente sotto il group ceo. Il nuovo ruolo è più in sintonia con quanto accade in altri grandi gruppi assicurativi europei (Allianz e Zurich, ad esempio).
Così facendo, inoltre, la struttura manageriale delle Generali diverrà più orizzontale con un ampio gruppo di top manager che si confronteranno direttamente con il capo azienda. Era il modello che Greco aveva conosciuto nelle sue precedenti esperienze professionali e che ora sta trasferendo anche alla compagnia triestina.
Quanto a Vagnone, infine, la sua nuova collocazione si propone di creare una piattaforma unica globale per rispondere alle esigenze assicurative delle grandi società clienti del gruppo, anch'esse multinazionali. L'obiettivo è sempre lo stesso, quello di promuovere una maggiore efficienza e profittabilità evitando duplicazioni di ruoli e policy non coordinate tra loro.
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