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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2012 alle ore 08:18.

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LONDRA
Ivan Glasenberg rilancia per salvare la megafusione con Xstrata che il Ceo di Glencore insegue da cinque anni. Il fondatore della maggiore società al mondo per il trading di materie prime ha rialzato ieri l'offerta per il gruppo minerario da 2,8 a 3,05 azioni proprie per ogni azione Xstrata. Se l'affare andrà in porto, come sembra probabile, creerà un colosso globale con una capitalizzazione di 70 miliardi di euro.
L'obiettivo Glencore è convincere gli azionisti ad accettare l'offerta rivista, che vale circa 37 miliardi di dollari. Prima del colpo di scena di ieri la fusione sembrava ormai fallita a causa dell'opposizione di Qatar Holding, il fondo d'investimento del Qatar, che negli ultimi mesi ha racimolato azioni di Xstrata diventando il maggiore azionista dopo Glencore con il 12%. Glencore, che ha il 34% di Xstrata, aveva fatto la sua prima offerta in febbraio, meno di un anno dopo il proprio listing. In giugno il Qatar, a sorpresa, aveva minacciato di bloccare le fusione se il concambio non fosse salito da 2,8 a 3,25 azioni. Un atteggiamento definito "incomprensibile" da Glasenberg, che aveva interrotto i rapporti con il Qatar.
Negli ultimi giorni però è intervenuto l'ex premier britannico Tony Blair a mediare tra le parti per trovare un compromesso accettabile. Blair, che ha stretti legami con Doha e fa parte del cda di JP Morgan, uno degli advisor di Xstrata, ha organizzato un incontro giovedì sera tra Glasenberg e Hamad bin Jassim al-Thani, premier del Qatar, che ha deciso di prendere il controllo della situazione per sbloccare l'impasse. Durante la notte c'è stato l'accordo. Per questo ieri mattina Glencore aveva annullato in extremis l'assemblea degli azionisti nella sede del gruppo a Zug, in Svizzera, dichiarando che c'erano stati "sviluppi". Anche Xstrata ha annullato il previsto voto degli azionisti sulla fusione.
In cambio del rialzo dell'offerta Glasenberg ha peró chiesto di diventare Ceo del nuovo supergruppo al posto di Mick Davis, l'ad di Xstrata. Secondo gli accordi iniziali il sudafricano Glasenberg sarebbe diventato vice-Ceo lasciando la gestione della società al compatriota Davis, che ieri non ha voluto fare commenti.
Glencore ha anche chiesto di rivedere la struttura dell'accordo per renderlo un takeover invece di una fusione alla pari e facilitare cosí la sua approvazione. Secondo le regole attuali infatti il 16,5% di voti contrari sarebbe stato sufficiente a bloccare il tentativo di fusione. Per questo l'opposizione del Qatar, sostenuto anche da altri azionisti come Schroders e Standard Life Investments, aveva un'importanza cruciale.
Schroders si è subito schierato contro l'offerta rivista, sostenendo che sottovaluta ancora il potenziale di Xstrata. «Siamo tuttora assai poco entusiasti» ha dichiarato ieri Richard Buxton, responsabile di Uk Equities di Schroders, che ritiene 3,5 un concambio più adeguato ma sarebbe pronto ad accettare il 3,25 proposto dal Qatar. L'offerta rivista di Glasenberg ha invece fatto cambiare idea a Standard Life Investments. David Cumming, head of Equities, ha detto: «Siamo convinti che la fusione migliorerà le prospettive di crescita del gruppo e quindi, in quanto azionisti sia di Xstrata che di Glencore, siamo soddisfatti della proposta».
Ieri a Londra il titolo Glencore ha perso il 3,5% ieri chiudendo a 378,5, mentre il titolo Xstrata è salito del 4% a 1,017 pence.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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