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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2012 alle ore 12:45.

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Il fenomeno è ormai globale e coinvolge Londra, Stati Uniti, e per una volta anche l'Italia. Gli investitori di tutto il mondo hanno un nuovo oggetto del desiderio: le obbligazioni governative cinesi soprannominate "Dim Sum", come il celebre piatto della cucina di Hong Kong.

Bond denominati in renminbi offshore, la valuta cinese altrimenti nota come yuan, scambiata liberamente sulla piazza finanziaria di Hong Kong dove le limitazioni sul tasso di cambio imposte dal governo cinese non hanno effetto, e che, in tempo di crisi dell'eurozona, sono appetibili per gli investitori istituzionali quanto retail. Tanto che Invesco, società indipendente di asset management, ha appena lanciato sul mercato italiano quattro nuovi fondi, tra cui il Renminbi Fixed Income Fund, disponibile a partire da settembre. Il fondo si concentra sulle obbligazioni governative cinesi e secondo quanto confermato dal gruppo è finalizzato a raggiungere un rendimento effettivo tramite un investimento di almeno il 70% degli asset in renminbi. Invesco prevede una ulteriore crescita del mercato nel prossimo futuro, al traino della costante crescita della Cina e del processo di internazionalizzazione della valuta.

«Riteniamo che per il mercato italiano ci possano essere importanti opportunità d'investimento legate in particolare all'obbligazionario governativo cinese e a titoli statunitensi ad alto rendimento», ha spiegato Giuliano D'Acunti, responsabile distribuzione retail di Invesco in Italia.
Che ha aggiunto che il gap tra paesi maturi con alti livelli di debito pubblico ed economie in rallentamento e paesi emergenti è sempre più evidente e si traduce in opportunità nell'ambito delle emissioni governative. «È impensabile oggi costruire un portafoglio senza essere esposti (al 4-5%) sulla valuta cinese, che si prepara a diventare la seconda valuta mondiale nel corso dei prossimi 10 anni», aggiunge D'Acunti.

L'emissione del primo Dim Sum bond é stata completata nel 2010 in seguito all'approvazione in Cina e Hong Kong di una legge apposita e da allora il mercato ha visto una crescita costante, in quanto questo strumento permette a fondi di investimento, pensione, assicurazioni e investitori instituzionali di partecipare al processo di internazionalizzazione della valuta cinese, oltre che a diversificare gli investimenti da euro, dollaro, sterline a yen.

Lo scorso aprile, la banca d'investimento Hsbc ha annunciato la prima emissione di obbligazioni completata all'esterno della Cina e di Hong Kong. L'operazione, completata a Londra dopo mesi di preparazione, ha avuto un valore iniziale di circa 80 milioni di dollari. Hsbc aveva già maturato un'esperienza specifica sui bond dim sum, avendo completato 48 emissioni del titolo in Hong Kong solo nel 2012, per un valore complessivo di circa 2,2 miliardi di dollari. Mentre Londra fa la corte a Hong Kong per diventare la seconda piazza finanziaria per lo scambio di questi strumenti, con la creazione annunciata da parte del ministro inglese George Osborne di un gruppo di lavoro per sviluppare la liquidità del prodotto, le società di asset management si attrezzano per offrire questo prodotto anche alla clientela retail.
Baring ha per esempio appena lanciato un "China bond fund", in seguito alla pressante domanda dei clienti di una maggiore esposizione al renminbi.

Le maggiori banche di investimento guidano da tempo questo trend, e sul mercato italiano sono già diversi i prodotti denominati in valuta cinese, offerti tra gli altri da Hsbc, Fidelity e Barclays.
Per i clienti italiani dunque, un'esposizione a questa economia é spesso "automatica", e avviene attraverso gli investimenti a lungo termine decisi con queste società specializzate nella gestione del risparmio.
Nonostante l'entusiasmo tuttavia, non si devono perdere di vista i rischi e le incertezze collegate a questo prodotto di investimento. Il maggiore riguarda la liberalizzazione della valuta. Nonostante il mercato offshore di Hong Kong del renminbi sia ormai sviluppato infatti, la maggior parte della liquidità della valuta e la sua fonte di apprezzamento restano collegati a quello della Cina continentale, non ancora completamente liberalizzato.
Inoltre, in particolare in Italia, l'offerta di questi prodotti resta limitata a alcune case di investimento, con conseguenze sulla liquidità del prodotto.

Infine, gli analisti mantengono posizioni discordanti sulle prospettive future di crescita dell'economia cinese, coinvolta in modo indiretto dalla crisi delle economie occidentali, e che hanno portato le autorità cinesi a autorizzare misure di stimolo per l'economia.
Nelle parole di Invesco: «Come ogni bambino che muove i primi passi sotto gli occhi vigili dei genitori, il mercato dei Dim Sum bond sta muovendo i primi passi con cautela, e potrebbe anche cadere diverse volte prima di imparare a correre».

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