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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2012 alle ore 09:01.

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Mark Zuckerberg (Afp)Mark Zuckerberg (Afp)

A volte basta davvero la parola. Soprattutto quando questa parola promette maggiori utili e maggior cura degli interessi degli azionsti. Questo, almeno, è quanto davvero spera Mark Zuckerberg, il fondatore e amministratore delegato di Facebook perseguitato da un collocamento in Borsa men che riuscito e da perplessità sui profitti che il suo esercito di "amici" può portare al re di social network.

Zuckerberg ieri sera, pomeriggio sulla costa californiana, ha deciso di rompere il proprio silenzio post-collocamento con un'intervista pubblica in occasione del convegno TechCrunch Disrupt. E in una successione di domande e risposte con il creatore di TechCruch, Michael Arrington, ha cercato di inviare un messaggio rassicurante: vestito in maglietta grigia, jeans e scarpe da ginnastica, sorridendo spesso, ha detto che ci sono sempre più soldi da rastrellare dalle piattaforme "mobili", attraverso la pubblicità, e che l'andamento del titolo sotto il simbolo Fb è stato finora una "delusione" ma il gruppo "ha a cuore i suoi soci". Quindi, nonostante le sfide, oggi è semmai il momento di "raddoppiare le scommesse" sul futuro dell'azienda. In precedenza un taciturno Zuckerberg si era limitato a commentare i risultati finanziari trimestrali del gruppo.

Il nuovo messaggio pubblico, lanciato a San Francisco davanti a un'affollata platea di analisti, imprenditori e "techies" in piedi ad ascoltarlo, ha toccato, se non il cuore, il portafoglio degli investitori: dopo che il titolo aveva guadagnato il 3,3% durante la seduta, nel dopo mercato, cioè mentre il 28enne Zuckerberg parlava, è salito di un altro 3,45 per cento. La tenuta di qualunque recupero resta tutta da dimostrare. Non c'è stato alcun annuncio di nuovi prodotti o servizi in arrivo, che qualcuno sperava, o di innovativi dettagli sul modello di business. Ma l'arringa trasparente ed esplicita nei panni di leader ha ugualmente sortito un suo effetto. "Facebook non è una societa' nuova alle controversie - ha affermato Zuckerberg - Abbiamo avuto altri alti e bassi» che sono sempre stati superati. Il titolo ieri notte è risalito a quota 20,10 dollari, seppur restando ben lontano dai valori dello sbarco in Borsa d 38 dollari in maggio. Zuckerberg, per instillare fiducia, si era già impegnato nelle scorse settimane a non vendere quote dell'azienda in suo possesso per almeno dodici mesi.

"Vediamo già adesso, con le prime inserzioni sul mobile, che la loro performance è migliore di quella della pubblicità su desktop, siamo davanti a un'enorme opportunita'", ha detto ieri affrontando una delle grandi incognite sulla performance, il problema di monetizzare la audience sugli smartphone. È facile, ha continuato, "sottovalutare quanto la piattaforma mobile possa essere fondamentalmente buona per noi". Parlando di sottovalutazione, il chief executive ha aggiunto che "preferisce essere sottovalutato dagli altri perchè questo permette di essere più aggressivi". Zuckerberg ha tuttavia escluso che la società voglia lanciarsi in operazioni azzardate quali un proprio telefonino intelligente per fare concorrenza a società quali Apple: "Chiaramente sarebbe la strategia sbagliata per noi". Ha piuttosto promesso sviluppi nelle capacità di ricerca per raccogliere la sfida di Google, che da parte sua sta provando a dar vita a un social network rivale. Alla domanda su quale sia stato l'errore più grave compiuto sotto il profilo tecnologico, Zuckerberg non ha nicchiato: ha risposto che passi falsi ci sono stati, anzitutto l'aver fatto troppo affidamento al linguaggio di programmazione HTML 5 per poi trasferire servizi e applicazioni sui telefonini, una scelta "che è costata all'azienda due anni di ritardi" sulla frontoera degli apparecchi mobili.

Affrontando la batosta subita dal titolo a Wall Street, che ha dimezzato il valore in Borsa bruciando 50 miliardi di capitalizzazione di mercato, il chief executive ha ammesso di persona per la prima volta la delusione e assicurato che verrà fatto "tutto ciò che crediamo possa creare valore nel lungo periodo". Zuckerberg, sforzandosi di parlare ad azionisti disamorati, ha detto che "creare una missione e creare un business vanno di pari passo". In passato era parso meno sensibile alle esigenze degli investitori: nel giorno dello sbarco al Nasdaq aveva detto che la quotazione "è una pietra mliare nella nostra storia, ma la nostra missione non è essere una società quotata. La nostra missione è creare un mondo piu' aperto e connesso». Oggi non è più solo quella, ha ammesso, e Facebook deva ancora dimostrarsi all'altezza del nuovo compito.

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