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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2012 alle ore 06:41.
Potrà passare alla storia come la “grande soffiata”. Bradley Birkenfeld, ex banchiere di Ubs, ha visto premiato il suo ruolo di informatore delle autorità sulle pratiche irregolari della banca svizzera quando si trattava dei conti offshore segreti aperti da facoltosi contribuenti americani. Traduzione: evasione fiscale. E che premio: ha intascato una cifra da lotteria, 104 milioni di dollari. «Un record», ha assicurato il suo avvocato Stephen Kohn.
Quella di Birkenfeld è la storia delle aggressive e spesso efficaci tattiche messe in campo da Washington nella lotta senza quartiere ai reati finanziari, dall'insider trading all'evasione, all'indomani della grande crisi. L'ex banchiere, dopo aver contattato le autorità, è salito rapidamente agli onori della cronaca: ha anche confessato un traffico di diamanti nascosti nel dentifricio. Ma di sicuro ha offerto informazioni preziose sulle operazioni offshore di colossi quali Ubs: «Avevo visto che qualcosa non era corretto ed era mio dovere correggerlo – ha dichiarato due anni or sono durante una rara intervista al Wall Street Journal –. Lo rifarei perchè era la cosa giusta da fare».
La cooperazione non gli ha risparmiato il carcere: messo agli arresti nel 2008, si era riconosciuto colpevole di un reato di truffa per aver aiutato un cliente a evadere il fisco Usa ed era stato condannato a 40 mesi di prigione. Uscito in agosto, sta adesso finendo di scontare la pena, che scade a novembre, agli arresti dimiciliari.
La storia del premio è altrettanto drammatica. Grazie alle sue soffiate, il governo face scattare un'inchiesta su Ubs che ha spinto la banca ad accettare nel 2009 di pagare 780 milioni e che ha strappato il velo di impenetrabile segretezza sulla finanza svizzera. La sola Ubs ha fornito dettagli su oltre 4mila conti tenuti segreti di cittadini americani e indagini sono tuttora in corso su altri istituti. I legali di Birkenfeld hanno a quel punto potuto avvalersi delle crescenti misure dedicate proprio a proteggere e premiare i whistleblower, gli informatori: una legge del 2006, poi rafforzata dalla riforma finanziaria Dodd-Frank, prevede un compenso fino al 30% delle entrate recuperate grazie alle soffiate.
Gli esatti esiti dei programmi per i whistleblower restano oggetto di discussione. Non c'è dubbio tuttavia che abbiano ottenuto risultati quantificabili: l'anno scorso simili soffiate hanno permesso ufficialmente di recuperare 48 milioni di imposte, nel 2010 altri 464 milioni. E i legali dell'ex banchiere hanno vantato che il loro assistito potrebbe aver aperto in tutto le porte alla caccia di risorse nascoste, tra contribuenti e grandi banche, per forse cinque milliardi. L'annuncio del fisco statunitense che ha elargito il premio a Birkenfeld potrebbe ora incoraggiare ancor più i nuovi programmi anti-truffa. Con un esplicito avvertimento: ogni premio è tassabile.
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IL PERSONAGGIO
L'ex banchiere di Ubs
Bradley Birkenfeld compensato per le soffiate al fisco Usa
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