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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2012 alle ore 23:01.

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A Wall Street oggi è stata la giornata di Apple, Facebook e della Federal Reserve, ovvero gli stessi protagonisti delle ultime sedute. Poi c'è stata la Germania, con il voto della Corte federale che ha spianato la strada all'Esm. Nei giorni scorsi a pilotare i mercati è stata l'attesa, ora sono i fatti, anche se per le decisioni della Banca centrale si dovrà ancora aspettare, ma non a lungo: domani Ben Bernanke e compagni sono chiamati a prendere decisioni coraggiose, sul costo del denaro (atteso un nulla di fatto sui tassi), ma soprattutto su eventuali nuove misure a sostegno dell'economia. La Banca Centrale Europea insegna.

La giornata di Apple e Facebook è facilmente riassumibile. Il colosso di Cupertino (+1,39% alla chiusura, dopo l'incertezza della giornata) ha presentato il nuovo iPhone 5 – più veloce, più grande, più sottile, allo stesso prezzo del precedente – e il social network ha riguadagnato terreno all'indomani della conferenza stampa del fondatore Mark Zuckerberg, la prima dalla fallimentare Ipo di maggio (ha chiuso in rialzo del 7,73% a 20,93 dollari per azione, dopo essere arrivato durante la seduta a un massimo di 21,16 dollari).

Non stupisce dunque che i titoli del comparto Internet abbiano registrato oggi le performance migliori (in particolare, Zynga +10,04%), mentre hanno faticato le rivali di Apple (Microsoft -0,03%, Google -0,19%). Più in generale, i listini, che avevano aperto in rialzo, hanno poi annaspato, rallentato, e quindi finito di nuovo in territorio positivo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,07% a 13.333,35 punti, il Nasdaq è salito dello 0,32% a 3.114,31 punti e lo S&P è cresciuto dello 0,21% a 1.436,56 punti. Tra le blue chip bene General Electric (+1,39%), benissimo Verizon Communications (+1,47%), mentre la maglia nera è andata a Du Pont de Nemours (-1,61%).

Uno sguardo agli altri mercati: il petrolio ha terminato in calo di 16 centesimi a 97,01 dollari al barile (dopo il rialzo a sorpresa delle scorte settimanali di greggio), mentre l'oro ha finito in calo (-1,20 dollari a 1.733,70 dollari l'oncia). In ribasso invece il biglietto verde, scivolato al minimo da metà maggio sulla moneta unica dopo il voto della Corte federale tedesca sull'Esm (l'euro è salito a 1,2894 dollari). In calo infine i titoli di stato, con i rendimenti decennali saliti all'1,75% e i trentennali in rialzo al 2,92 per cento.

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