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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2012 alle ore 10:37.

SHANGHAI. La crisi politica-diplomatica tra Cina e Giappone mette sotto pressione le Borse asiatiche.
La violente proteste anti-nipponiche inscenate durante il fine settimana in diverse città cinesi, e la conseguente decisione di molte multinazionali giapponesi di sospendere temporaneamente le proprie produzioni oltre la Grande Muraglia, oggi hanno avuto un effetto negativo su tutti i mercati d'Oriente.
Ma niente di tragico. La querelle tra le due superpotenze asiatiche sulla sovranità delle isole Senkaku-Diaoyu ha giusto tolto il buon umore che aveva caratterizzato le Borse del Far East la settimana scorsa. Gli scambi si sono rarefatti e qualcuno ha pensato di realizzare i profitti messi a segno nelle ultime sedute.
Così le tre Borse direttamente coinvolte nella disputa territoriale, e soprattutto in un'eventuale guerra commerciale tra Cina e Giappone, hanno archiviato la seduta in lieve ribasso: Tokyo, dove le tre grandi dell'auto nipponica hanno risentito di più della crisi sino-giapponese, ha perso lo 0,4%; Hong Kong ha ceduto lo 0,3%, mentre Shanghai ha lasciato sul campo quasi un punto percentuale.
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