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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2012 alle ore 08:19.
LONDRA - Il decalogo di misure illustrato ieri dal direttore della Financial service authority basterà per mettere fine agli abusi sul fixing del Libor di traders a dir poco spregiudicati. Nel giorno del pubblico plauso che si è levato dalla Banca d'Inghilterra e dalla Cbi (Confindustria britannica) per la riforma delineata dal direttore di Fsa, Martin Wheatley, è questa la considerazione che emerge con più evidenza. Se i correttivi proposti fossero stati già in vigore, infatti, il caso Barclays non si sarebbe mai compiuto, almeno non nella misura macroscopica che si è vista. Mosse antifrode, quindi, ma buone anche per ridare ai tassi la credibilità perduta nei giorni del credit crunch, quando alcune banche tenevano artificiosamente bassi i rates di finanziamento nel tentativo di dimostrare una capacità di raccogliere denaro in realtà inesistente. Lo facevano per evitare di apparire vulnerabili agli occhi degli investitori che avrebbero letto tassi elevati come intrinseca debolezza dell'istituto.
Le raccomandazioni di Martin Wheatley illustrate alla City e accompagnate da un secondo documento diffuso ieri di 93 pagine, rispondono dunque a due esigenze: far cessare i raggiri dei singoli traders alla ricerca di bonus milionari, grazie a performance in qualche modo legate al Libor ; mettere fine alla discrezionalità delle banche nel fixing del tasso. Il primo obiettivo si realizzerà affidando la governance e la vigilanza del Libor a regolatori istituzionali - la stessa Fsa - e innalzando l'asticella delle conseguenze penali , fino all'arresto, per chi volesse manipolare il fixing. Il secondo obiettivo è più complesso e impone la sostanziale aderenza del rate di finanziamento interbancario dichiarato con i tassi reali e non quelli presunti. In altre parole, come ha commentato Robert Peston alla Bbc, "si tratta di mettere fine all'abitudine di alzare un dito al cielo, sentire l'aria che tira e adeguare i tassi al vento finanziario".
Per fare questo Martin Wheatley ha ribadito ieri che una delle misure sarà "ritardare di tre mesi la pubblicazione dei rate che le singole banche denunciano" (il fixing del Libor è la media fra la denuncia degli istituti una volta eliminati i tassi più elevati e quelli più bassi). In tal modo si toglierebbe pressione sulla singola banca, anche se questo significherà un mercato meno trasparente. Un'altra obiezione è che in tempi di crisi capita non ci siano transazioni sufficienti per offrire elementi reali buoni per stabilire un tasso mediano.
In entrambi i casi è il prezzo da pagare per una riforma che ieri hanno stigmatizzato sia il governatore della Banca d'Inghilterra, Mervyn King, sia la Cbi per bocca di Matthew Fell, responsabile dei mercati finanziari dell'organizzazione imprenditoriale. "La Bank of England vorrebbe vedere introdotte immediatamente le misure proposte nella Wheatley's review ", ha dichiarato il governatore. Sui tempi in realtà la strategia è a più livelli. La prima mossa sarà avviare la ricerca di un ente amministratore in sostituzione della British banking association. Sarà la stessa Bba a indicare i possibili organismi che la sostituiranno e che dovranno adeguarsi al nuovo contesto normativo, ma sarà la Commissione presieduta da Sarah Hogg, capo del Financial reporting council ad avere la parola finale sul candidato migliore. Subito dopo scatteranno misure di riforma urgente, inclusa la riduzione a 20 rates (contro i 150 di oggi) e la cancellazione di valute poco liquide come quelle scandinave e il dollaro canadese, neozelandese, australiano. Infine entreranno in vigore le norme proposte con la mutazione di un meccanismo che sopravvive ma non pare destinato a esistenza eterna. Gli inviti ripetuti di Maryin Wheatley agli operatori affinchè analizzino davvero altri possibili benchmark capaci di interpretare meglio il mercato, suggerisce che il regolatore britannico sia convinto che Libor non basta più. Presto ci vorrà altro, per questo il ripensamento globale continua.
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