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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2012 alle ore 09:05.

NEW YORK - Gli scandali della crisi finanziaria hanno investito in pieno anche Jp Morgan, che finora era sembrata l'unica grande banca statunitense in grado di uscire indenne dagli anni del tracollo dei mutui subprime. Il procuratore generale dello stato di New York, Eric Schneiderman, ha fatto scattare un ricorso per danni contro l'istituto guidato da Jamie Dimon accusando una sua attuale controllata, Bear Stearns, di aver ingannato gli investitori con la vendita di titoli garantiti da mutui residenziali a rischio che hanno causato loro perdite per ben 22,5 miliardi di dollari. Le perdite si riferiscono a titoli emessi e collocati da Bear Stearns nel 2006 e 2007, alla vigilia cioè del suo collasso e della sua acquisizione da parte di JP Morgan.

I danni in gioco non sono stati precisati dalla procura, ma vista la stima delle perdite potrebbero essere ingenti. E il caso, soprattutto, potrebbe dilagare. È considerato un precedente significativo per aprire un nuovo vasto fronte di inchieste e rivalse, da parte di authority e investitori, contro i protagonisti di Wall Street e della finanza più aggressiva: altre grandi banche potrebbero finire a breve nella rete delle autorità colpite da simili accuse. L'onda lunga della crisi del 2008 sicuramente non si è spenta: nei giorni scorsi Bank of America ha accettato di pagare di 2,34 miliardi agli azionisti che l'accusavano di aver nascosto le vere condizioni finanziarie delle banche durante l'acquisizione di un'altra firma arrivata sull'orlo del collasso, Merrill Lynch.

La nuova azione contro JP Morgan, che ha protestato la sua innocenza e estraneità ai fatti, è stata la prima portata sotto l'ombrello di una nuova task force creata tra organismi federali e locali dall'amministrazione di Barack Obama per meglio perseguire vecchie e nuove irregolarità finanziarie. Fonti hanno rivelato al Wall Street Journal che proprio la task force vorrebbe coordinare una pioggia di ricorsi legati alla passata crisi, usando quello appena presentato come modello, contro molteplici istituti per un totale di decine di miliardi di dollari in multe e risarcimenti. «Intendiamo dar seguito all'azione con altri interventi nei confronti di sponsor o sottoscrittori di titoli garantiti da mutui residenziali», ha detto al Journal un funzionario della procura. Anche se l'azione amministrativa potrebbe non accontentare ancora i critici più severi, che preferirebbero veder fioccare le offensive penali.

Il caso preparato e presentato dalla procura di New York è sostanziato da una serie di documenti ed e-mail da parte di dipendenti di Bear Stearns che metterebbero in chiaro come la banca fosse cosciente della fragilità dei titoli e dell'inganno perpetrato nei confronti degli investitori. Un'operazione di cartolarizzazione dei mutui viene definita, in un messaggio interno, esplicitamente come un "sacco di m....". Per facilitare una vittoria legale Schneiderman ha deciso di far leva su una legge statale, il Martin Act, che per stabilire la responsabilità non richiede prove che la banca avesse l'intento di truffare gli investitori. JP Morgan, assieme a numerosi altri istituti globali, tra l'anno scorso e quest'anno è già finita al centro di più d'un ricorso di alcune autorità federali quali la Fdic, che assicura i deositi bancari, e la Federal Housing Finance Agency, controllore del settore immobiliare, per pratiche rischiose legate ai mutui. Ma finora simili prese di posizione sono rimaste senza esito. Nei mesi scorsi JP Morgan ha inoltre visto la sua reputazione e la performance incrinate da perdite che potrebbero raggiungere i sette miliardi su scommesse nei derivati effettuate tra il 2011 e i primi mesi del 2012.

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