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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2012 alle ore 06:43.

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Italiane promosse tranne MpsItaliane promosse tranne Mps

Tutte promosse con una sola eccezione, quella di Mps, che sarà però rimediabile. Le banche italiane hanno superato l'esame di verifica dell'Eba sul raggiungimento dei requisiti di capitale imposti dall'Autorità e da conseguire entro il 30 giugno scorso. Tutti e quattro i principali istituti sottoposti all'esame e cioè Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Popolare e Ubi Banca hanno dimostrato di raggiungere un Core Tier 1 (il patrimonio di base di primo livello) superiore alla soglia richiesta del 9%.

In particolare, Intesa Sanpaolo presenta un Core Tier 1 del 10,1% con un eccesso di capitale rispetto ai livelli richiesti pari a 3,298 miliardi di euro. UniCredit presenta un Core Tier 1 del 9,86% con un eccesso di capitale a 3,848 miliardi. Poi Banco Popolare con un Core Tier del 9,61% e un eccesso di capitale pari a 359 milioni. Banco Popolare aveva anche usufruito di aiuti di stato per 1,45 miliardi (Tremonti-Bond) restituiti subito dopo l'aumento di capitale dello scorso anno. Infine Ubi con un Core Tier 1 del 9,24% e un eccesso di capitale pari a 181 milioni.
Non passa invece l'esame Mps con un Core Tier 1 del 7,2% e un deficit di capitale rispetto ai livelli richiesti pari a 1,728 miliardi che si ridurranno a 1,441 miliardi in virtù della cessione di Biverbanca e della plusvalenza realizzata con il buy back sui titoli subordinati. Nell'ambito delle regole dell'Eba, gli aiuti di stato entrano a far parte del Core Tier 1 e il Monte beneficia dal 2009 di 1,9 miliardi di Tremonti-bond.

Per colmare il deficit di 1,4 miliardi il Governo ha già predisposto l'emissione di nuovi strumenti di capitale (i cosidetti Monti-Bond) per 3,4 miliardi a favore del Monte, di cui 1,9 in sostituzione dei Tremonti-Bond e 1,4 miliardi ex-novo, che verranno incassati dal Monte non appena arriverà il via libera di Bruxelles sulla compatibilità degli strumenti con le normative europee sugli aiuti di stato. Tenendo conto di questo sostegno il core Tier 1 di Banca Mps al 30 giugno risulterebbe pari al 10,8%. Fin qui la cronaca e i risultati del tutto annunciati del resto da tempo. Si sapeva che Mps senza i Monti-Bond non sarebbe stata in grado di superare il test e si sapeva anche che il complesso delle banche italiane era in ordine a livello patrimoniale.

Rischio BTp archiviato
E poi il test dell'Eba appare nei fatti assai datato. Basti pensare che la prescrizione di un capitale aggiuntivo per il rischio dei titoli di Stato è del dicembre del 2011, quando imperversava la tempesta e di fatto Draghi non era ancora intevenuto. Ora dopo il piano salva-spread le banche sanno che corrono molti meno rischi di perdite sui titoli di Stato e in buona parte quelle che erano minusvalenze oggi si sono azzerate. E poi resta sempre sul tappeto la critica di fondo a questi esercizi di stress sul capitale. Che mettono sullo stesso piano banche commerciali, come le italiane, con banche d'affari di matrice anglosassone. Come se facessero lo stesso mestiere. Peccato che le banche italiane diano molti più prestiti a imprese e famiglie di quelle anglosassoni che invece fanno profitti con il trading e con i derivati. Due modelli quasi agli antipodi con il paradosso che il rischio di credito viene penalizzato di più che non il rischio da trading, tanto da dover accantonare (per le italiane) in proporzione più capitale, rispetto alle grandi banche d'affari del Nord Europa. Un paradosso che l'Eba pedissequamente ripropone.

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