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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2012 alle ore 06:41.

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Il summit d'emergenza sui rincari dei generi alimentari che il G-20 aveva convocato per il 16 ottobre a Roma è stato cancellato. «Al momento non è necessario. I mercati delle materie prime agricole stanno funzionando», ha spiegato la delegazione Usa presso le Nazioni Unite, aggiungendo che la decisione di revocare la riunione del Forum di intervento rapido – un organismo creato l'anno scorso e che finora non si è mai attivato – è stata presa d'accordo con gli altri Paesi rappresentati nell'Amis, l'Agricultural Markets Information System. L'iniziativa sembra tuttavia segnalare qualche frizione tra gli Stati Uniti, che attualmente presiedono l'Amis, e la Francia, che aveva insistito per convocare il summit, con l'appoggio esplicito della Fao (si veda Il Sole 24 Ore del 18 settembre).
Il capoeconomista della Food and Agriculture Organization, Abdolreeza Abbassian, ieri ha sottolineato che ci sarà comunque una riunione informale tra i ministri che saranno a Rome il 16 ottobre per la Giornata mondiale dell'alimentazione. L'ultimo aggiornamento del Food Price Index, diffuso proprio ieri dalla stessa Fao, testimonia inoltre che le tensioni sui prezzi alimentari sono tutt'altro che scomparse, nonostante le quotazioni delle commodities agricole abbiano effettivamente stornato nelle ultime settimane sui mercati dei futures. L'indice, dopo due mesi di stabilità, in settembre è salito dell'1,4% a 216 punti, il massimo da sei mesi e su livelli vicini a quelli che precedettero la crisi alimentare del 2008.
I cereali hanno continuato ad apprezzarsi, ma i maggiori responsabili del rialzo dell'indice sono stati questa le carni e i prodotti caseari, che – com'è normale – stanno reagendo con un certo ritardo ai fortissimi rincari dei mangimi animali, frutto a loro volta del rally sincronizzato di mais, soia e grano, che ha portato i primi due ai massimi storici.
Gli allevatori sono in allarme in tutto il mondo e il problema dei rincari delle materie prime sarà al centro della Fiera internazionale del bovino da latee e di Italpig, che si svolgeranno in contemporanea a Cremona dal 25 al 28 ottobre 2012. La siccità, che ha colpito non solo negli Usa e in Russia, ma anche in Italia, potrebbe aver contratto la nostra produzione di mais di oltre il 30%, denuncia Alberto Allodi, presidente di Assalzoo, l'associazione italiana dei produttori di mangimi. «Questa situazione comporterà un aumento della nostra dipendenza dall'estero, che potrebbe arrivare a valori prossimi al 50% del nostro fabbisogno».
Le importazioni verranno pagate care. Allodi ricorda che il rincaro delle materie prime, pesantissimo negli ultimi tre mesi, è iniziato fin dal 2010: nell'ultimo biennio il mais è raddoppiato di prezzo, la farina di soia – stabile fino a gennaio – è poi aumentata del 65%, mentre grano tenero e orzo sono rincarati rispettivamente del 90 e dell'80 per cento.
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