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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2012 alle ore 08:18.

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GENOVA
Finmeccanica apre alla possibilità che, per la controllata (al 55%) Ansaldo Energia, via sia un acquirente diverso da Siemens. L'input arriva dopo giorni in cui la prospettiva della vendita dell'azienda genovese ai tedeschi, fino a ieri prospettata come unica soluzione prevista da piazza Monte Grappa, è stata al centro di un pressante dibattito tra istituzioni, sindacati e Confindustria. Un confronto scaturito dalla manifestazione di interesse per Ansaldo Energia che il Fondo strategico italiano (Fsi), che fa capo a Cassa depositi e prestiti, ha consegnato all'azionista e che dovrebbe concretizzarsi in un'offerta vera propria, attraverso una cordata di imprenditori italiani e banche, pronti a rilevare la maggioranza dell'azienda.
Piazza Monte Grappa si guarda bene dal fare dichiarazioni ufficiali, ma fonti autorevoli molto vicine a Finmeccanica precisano che il gruppo pubblico non vuole «vendere a tutti i costi a Siemens» e «considera positivo che ci sia una manifestazione di interesse italiana».
Un segno, dunque, dell'attenzione che il gruppo sta dedicando alla mossa di Fsi, fermo restando, si precisa, «che, ad oggi, l'unica offerta esistente è quella di Siemens». Ma con la rassicurazione che Finmeccanica «è neutrale e aperta a soluzioni di sistema».
Le stesse fonti, poi, confutano che le voci relative alla possibile vendita a Siemens stiano creando problemi alle commesse che Ansaldo Energia sta trattando all'estero. Un concetto espresso dal segretario ligure della Uilm Antonio Apa (si veda il Sole 24 Ore di ieri). «Le voci di cessione in sé - è il ragionamento - possono creare qualche problema. Ma non certamente se si tratta di cedere a un gruppo come Siemens oppure a Fsi». E lo dimostrerebbe il fatto che i rumor degli ultimi giorni, riguardo alla vendita, «hanno fatto salire il titolo Finmeccanica». Inoltre, all'interno del gruppo statale, vi è la convinzione che Siemens non mirerebbe, con l'acquisto, a eliminare un concorrente ma potrebbe valorizzarlo «come ha fatto General Electric con Nuovo Pignone» e a differenza di quanto sta accadendo «con Lactalis e Parmalat».
Resta ferma, poi, la posizione, già espressa in passato dall'ad di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, per cui, in caso di vendita a un partner industriale straniero, la holding statale sarebbe «disposta a mantenere un 10% delle quote di Ansaldo Energia», come garanzia dell'italianità dell'azienda.
E se Finmeccanica, in qualche modo, considera la possibilità di un acquirente differente da Siemens, rimane convinta, invece, della necessità di alienare Ansaldo. Per ridurre il proprio indebitamento, infatti, piazza Monte Grappa, è determinata a cedere le aziende più vendibili (come la società genovese, che ha buoni risultati di bilancio) che non rientrano nel suo core-business.
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