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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2012 alle ore 14:19.

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Christine Lagarde direttore Fmi e Jim Young Kim, presidente World Bank (Afp)Christine Lagarde direttore Fmi e Jim Young Kim, presidente World Bank (Afp)

SENDAI - Disastri finanziari e disastri naturali hanno aspetti in comune: si sa che prima o poi arrivano - da alcune parti più spesso che altrove - ed è meglio che siano in essere meccanismi per gestirli in modo efficace anziché affrontarli sull'onda dell'emergenza. Banca Mondiale e Fondo Monetario - la cui gestione dei problemi finanziari non è certo da tutti considerata ottimale - hanno colto l'occasione dell'assemblea annuale 2012 che si tiene in Giappone, per focalizzarsi anche sul "risk management" delle catastrofi non finanziarie. Il Governo giapponese ha invitato Jim Yong Kim (presidente della Banca mondiale) e Christine Lagarde (numero uno dell'Fmi) nel capoluogo della regione del Tohoku, devastata l'anno scorso dallo tsunami per il "Sendai Dialogue", un forum tra leader politico-finanziari ed esperti tecnici che ha riunito per due giorni circa 320 delegati di 40 nazioni. Il messaggio uscito dalla conferenza è che sono necessari maggiori sforzi per un risk management efficace, che deve essere integrato nei piani di sviluppo nazionali e in quelli dell'assistenza internazionale.

Le perdite economiche causate dalle catastrofi naturali si sono più che triplicate negli ultimi trent'anni fino a raggiungere i 3.500 miliardi di dollari. La Banca mondiale dichiara di aver finanziato per circa 18 miliardi di dollari nell'ultimo decennio attività connesse, in 92 Paesi: più di due terzi delle sue strategie di partnership già hanno iniziato a incorporare il disaster risk management. L'obiettivo è quello di arrivare al 100%.

«Una migliore pianificazione può aiutare a ridurre i danni e la prevenzione può costare molto meno dei soccorsi successivi», ha sottolineato Kim. Un'affermazione condivisa dalla Lagarde, che ha però ammesso che non sempre è facile far passare il concetto che la spesa per prevenzione e gestione anticipata del rischio porti a risparmi successivi e quindi sia logica e anzi necessaria in quanto "cost-effective": il Sendai Dialogue intende proprio far avanzare il consenso globale su questo tema. Tra le direttrici che Fmi e Banca Mondiale intendono seguire, Lagarde ne ha citate cinque: l'assicurazione collettiva e agevolata (per i Paesi che non possono permettersi di pagare le polizze sui disastri), la flessibilità fiscale sia prima sia dopo gli eventi negativi (per consentire maggiori spazi di manovrain proposito), il coordinamento internazionale (per evitare dispersioni nei soccorsi provenienti da molteplici Paesi e organizzazioni), la trasparenza (per assicurare una corretta erogazione dei fondi) e la crescita (per migliorare la vita delle popolazioni colpite, in quanto la cosa migliore è riattivare con sollecitudine le attività economiche).

Leader e delegati sono stati portati a visitare l'area costiera di Sendai, la più colpita dalla combinazione di terremoto e tsunami, e in una struttura scolastica hanno sentito il racconto di come gli scolari, preparati ad affrontare le emergenze all'nterno del curriculum di studi, si siano salvati anche grazie a questa educazione specifica e continua.

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