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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2012 alle ore 17:51.

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Un "Museo" per modo di dire: perché quello dedicato al risparmio, allestito nel centro di Torino, è non solo un allestimento ricco di strumenti interattivi per conoscere l'evoluzione storica della moneta, la sua importanza e il suo utilizzo; e nemmeno solo una mini-cineteca che proietta i film più significativi legati all'economia e al denaro. O cartoni animati con protagonista – inevitabilmente – una formica, per coinvolgere i ragazzi.

Il Museo del risparmio, inaugurato nel maggio scorso e curato da Andrea Beltratti e Giovanna Paladino, è un vero motore di iniziative per coinvolgere giovani e adulti nell'utilizzo consapevole del risparmio, puntando a incrementare il livello di educazione finanziaria dei cittadini: obiettivo fondamentale, a ridosso della crisi finanziaria ed economica.
Ma l'interazione con il concetto di denaro, nel Museo del Risparmio è anche sonora: chi visita i 600 metri quadrati di allestimento potrà ascoltare le canzoni dedicate in vario modo ai soldi.

Una "money compilation" che spazia dal rock di Liftiba, Nirvana e Offspring ai classici di Carosone, dalle pop Queen come Lady Gaga e Madonna, passando per i cantautori italiani, da Edoardo Bennato a Ivan Graziani fino all'inevitabile Adriano Celentano con il suo Svalutation e una chicca del '75 di Lucio Dalla, La Borsa Valori, che gorgheggia l'andamento dei titoli quotati a Piazza Affari a quell'epoca.
Un modo come un altro per scoprire che la storia della musica è costellata dalla presenza del denaro: in alcuni casi oggetto del desiderio (sono undici le canzoni della compilation del Museo intitolate "Money" più altre 21 in cui nel titolo il termine compare); in altri casi è elemento di perdizione, la moneta che compra l'anima di "Sympathy for the devil" dei Rolling Stones o l'inquietante "The man who sold the world".

I visitatori che rispondono ai quesiti sui tablet nella sala grande, o che assistono ai video nei box, vengono così accompagnati dalle note epiche di Morricone con la colonna sonora di Per un pugno di dollari.
In definitiva il Museo del Risparmio mette in evidenza come il denaro accompagni da sempre l'intera narrazione esistenziale: basti pensare agli apologhi lirici della Fiera dell'est di Branduardi o il Dancing with the moonlit knight dei Genesis dall'album Selling England by the pound. Oppure quelli lisergici dei Pink Floyd ("Money", appunto), passando per il glamour degli Spandau Ballet con Gold e il Who wants to be a millonair del confidential crooner per eccellenza, di Francis Albert Sinatra. Fino all'ironico No tengo dinero dei Righeira.

Il Museo del risparmio conferma così la sua vocazione anti-museale: un luogo di esperienza più che di esposizione, capace di coniugare la storia passata (tra l'altro ha sede all'interno del palazzo che nel 1519 fu sede del primo Monte di Pietà di Torino), il vissuto presente e le opportunità del futuro. Numerose le iniziative per coinvolgere soprattutto i giovani; l'ultima è una gara tra le scuole secondarie di primo grado di Torino e provincia su "Risparmio e futuro", con un premio di 2mila euro destinato alla classe vincitrice del miglior progetto di risparmio delle risorse energetiche.

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