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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2012 alle ore 17:50.

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Con le assemblee dei soci di Hera e di Acegas-Aps è arrivato il via libera alla fusione fra la multiutility emiliano-romagnola e quella che fa capo ai comuni di Padova e Trieste. Si tratterà di una fusione per incorporazione di Acegas-Aps Holding Srl in Hera Spa, varata con il 99,96% dei consensi e sarà la seconda realtà nazionale nel settore delle utilities, dopo a2a

Si conclude così una vicenda che ha creato non poco scompiglio nella politica locale, come accaduto per esempio a Bologna dove l'ok del Comune, principale socio pubblico con il 13,67% di azioni, è arrivato grazie al voto dell'ex amministratore delegato di Hera – ora seduto fra i banchi dell'opposizione a Palazzo d'Accursio – Stefano Aldrovandi. La maggioranza comunale ne è uscita però spaccata, con Pd a favore e Idv e Sel contrari.

Oggi è arrivato il passo fomale che si attendeva per dar vita a una realtà da 4,5 miliardi di euro, 750 milioni di margine industriale, 140 milioni di utile netto e un ebitda di 3,2. «Saremo il secondo gruppo nazionale tra le local utilities», ma anche «il primo operatore italiano per rifiuti trattati, il secondo per volume d'acqua venduto, il terzo nella vendita di gas e il quinto nella vendita di energia elettrica», ha detto il presidente di Hera, Tommaso Tomasi di Vignano, confermando altre offerte di integrazione arrivate all'azienda bolognese, però neanche proposte agli azionisti, perché «avrebbero potuto mettere a soqquadro la nostra governance». Il riferimento è alla multiutility del Nord di cui tanto si è parlato negli ultimi 12 mesi, frutto della possibile unione con Iren e a2a. «Nella vita è tutto possibile, ma al momento ci è parsa più consona un'aggregazione con Acegas», ha replicato ai cronisti il numero uno di Hera.

La fusione sarà operativa dal 1° gennaio 2013. Hera acquisirà il 62,69% del capitale sociale di AcegasAps e promuoverà quindi un'offerta pubblica sulla restante quota delle sue azioni. I Comuni di Padova e Trieste entreranno a far parte del patto di sindacato che attualmente blinda (con il 58,84%) il controllo della multiutility bolognese. Nella compagine azionaria è previsto anche l'ingresso del Fondo strategico italiano, controllato dalla Cassa depositi e prestiti con il 6% circa.

I sindaci degli oltre 180 Comuni soci si sono già impegnati a ridurre in futuro il numero dei consiglieri nel board di Hera. Attualmente passano da 18 a 20 con l'ingresso di due rappresentati dell'incorporata Acegas; poi nel giro di 12 mesi entrerà anche un consigliere in quota Cassa depositi e prestiti e successivamente, per la primavera del 2014, il numero dovrebbe scendere a 15 componenti. Nel Cda entrano Giovanni Perissinotto (ex ceo di Generali) e Cesare Pillon, amministratore delegato di Acegas Aps.

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