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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2012 alle ore 06:42.
CANBERRA
Nonostante la frenata della domanda cinese e il calo dei prezzi del minerale di ferro – scesi al minimo triennale di 87,70 dollari per tonnellata lo scorso 5 settembre – Rio Tinto nel terzo trimestre ha continuato a produrre a livelli record, estraendo 52,6 milioni di tonnellate della materia prima, il 5,6% in più rispetto a un anno prima. «I mercati rimangono volatili – ha dichiarato il ceo Tom Albanese – ma il nostro business è resistente e l'andamento delle nostre operazioni è robusto».
La mineraria ha confermato che procederà con i piani per sviluppare l'output, un'intenzione annunciata ieri anche da Fortescue Metals. La società – che di recente ha dovuto frenare gli investimenti e rinegoziare le condizioni di finanziamento con i creditori, a causa delle difficoltà del mercato – ha aumentato di ben il 26% la produzione nel terzo trimestre e ha confermato per quest'anno il target di di 82-84 milioni di tonn. Entro dicembre deciderà se riavviare i lavori alla miniera Kings, con cui potrebbe arrivare a 155 milioni di tonn. nel giro di due anni.
L'umore tra i produttori di minerali ferrosi sembra rapidamente migliorato, a fronte della recente ripresa del mercato. Le importazioni cinesi sono salite in settembre ai massimi da venti mesi: 65,01 milioni di tonn, in base a dati ufficiali, +4,1% rispetto ad agosto e +7,3% rispetto a settembre 2011.
I prezzi della commodity, impiegata per la produzione di acciaio, sono risaliti di un terzo rispetto ai minimi di inizio settembre (del 10% solo la settimana scorsa, quando i cinesi sono tornati ad acquistare dopo le festività della Golden Week). Allo stesso tempo l'export cinese ha viaggiato ai ritmi veloci nei tre mesi terminati a settembre.
«Aspettative di un maggior consumo di acciaio in autunno hanno sostenuto alcune attività di acquisto», sostiene Zhou Yuanjian, analista di Mysteel.com con base a Shanghai.
Le scorte di minerali ferrosi custodite nei porti cinesi sono scese del 3,7% a 96,35 milioni di tonn. al 2 ottobre, dopo la cifra record di 100,1 milioni raggiunta in luglio, secondo dati di Shanghai Steelhome. «La fase aggressiva di destoccaggio adottata da tutta l'industria sembra quindi terminata», commenta Graeme Train, analista di Macquarie Group.
Quanto il recente aumento dei prezzi nei minerali ferrosi sia sostenibile, rimane però un elemento di preoccupazione per gli analisti. Il Fondo monetario internazionale ha tagliato le stime di crescita per Pechino dall'8 al 7,8% nel 2012 rispetto al 9,2% realizzato nel 2011 e al 10,4% del 2010. Nel 2013 la crescita è prevista all'8,2 per cento. Il Governo cinese ha un target di crescita del 7,5% per quest'anno.
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