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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2012 alle ore 08:37.

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L'accordo sul nuovo modello di governance c'è e non si tocca, anche perché di fatto accontenta più o meno tutti quanti. Ma a otto giorni dall'assemblea straordinaria che vedrà sottoposto all'attenzione dei soci il nuovo statuto di Intesa Sanpaolo e a poche settimane dal cda che approverà la trimestrale e darà un'idea chiara sull'aria che tira intorno al dividendo, sono molti i temi d'attualità all'attenzione delle grandi Fondazioni azioniste di Ca' de Sass, temi decisivi per il futuro della banca e di conseguenza per quello dei suoi azionisti.
Insomma l'agenda è fitta, e per questo tra i grandi soci italiani della banca si sta lavorando per organizzare un incontro nel corso della prossima settimana, probabilmente a margine del Comitato di presidenza dell'Acri in agenda a Roma per mercoledì. Clima teso? Tutt'altro. Da quanto trapela, i rapporti tra gli azionisti e la banca, a partire dal ceo Enrico Cucchiani insediato ormai da quasi un anno, sono ottimi, con il management che sa di poter contare sul sostegno dei grandi soci e viceversa le Fondazioni che si attendono la conferma della cedola anche per il 2012, in linea con quanto dichiarato proprio dal ceo a inizio agosto, quando presentando i conti del primo semestre aveva aperto alla prospettiva di un dividendo «uguale o in crescita» rispetto ai 5 centesimi distribuiti sul 2011.
Già nelle settimane scorse si erano incontrati per fare il punto i presidenti di Compagnia di San Paolo e Fondazione Cariplo, Sergio Chiamparino e Giuseppe Guzzetti. Questa volta, invece, il tavolo potrebbe essere allargato anche agli altri grandi azionisti, a partire dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Antonio Finotti, che fa parte del Comitato di presidenza dell'Acri e dunque è atteso a Roma in settimana.
Tra i temi in discussione, è probabile, la revisione del duale che sarà sottoposta all'assemblea dei soci il 29 ottobre. La questione è stata al centro di un lungo negoziato già nei mesi scorsi, con alcune tra le Fondazioni che avrebbero optato per una modifica ancora più radicale, trasformando di fatto il consiglio di gestione in un organo composto di soli manager: alla fine si è optato, almeno per il momento, di aumentare la componente manageriale ma di lasciare la maggioranza ai rappresentanti dei soci, ma l'idea condivisa è che il cantiere sia ancora aperto, dunque – scontato il via libera al nuovo statuto lunedì prossimo in assemblea – tra i soci il dibattito continua.
Altro tema caldo, il dividendo. Qui c'è da attendere anzitutto i conti del terzo trimestre, il 13 novembre prossimo, ma le Fondazioni dovrebbero consultarsi sulla situazione e sulle eventuali azioni di pressing nei confronti della banca. Anche perché – e non è un particolare da poco – tre presidenti su cinque sono in scadenza a inizio 2013 (Jacopo Mazzei all'ente Carifirenze e Fabio Alberto Roversi Monaco alla Fondazione Carisbo, oltre ad Antonio Finotti) ed è plausibile che tutti auspichino una chiusura di mandato con erogazioni a pieno regime, che però necessitano della copertura dei dividendi. Altra questione sul tavolo, per certi aspetti collegata, la definizione delle candidature per il rinnovo degli organi della banca: in questo caso l'assemblea si terrà in primavera, ma il confronto sui nomi è già partito.
L'ultima questione, non di poco conto, riguarda la Cassa Depositi e prestiti e la trattativa in corso tra le Fondazioni e il Tesoro per la conversione delle azioni privilegiate in ordinarie. La vicenda, va da sé, riguarda tutte le Fondazioni azioniste di Cdp, ma il blocco dei soci di Intesa – a cui fa capo l'8,23% di quel 30% in mano alle Fondazioni – è il più pesante, dunque è probabile che si punti a convergere su una posizione comune.
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