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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 15:33.

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L'oro continua a puntare al rialzo, sostenuto da un concorso di fattori che comprende i bassi tassi di interesse - se non addirittura negativi nelle economie chiave, come quella statunitense -, le incertezze dell'economia mondiale e la crisi del debito sovrano di Eurolandia. Con in più gli acquisti di India e Cina a trainarne le quotazioni, assieme ai rischi di un downgrade del merito di credito statunitense (nel caso in cui non venga evitato il cosiddetto fiscal cliff). Il risultato? La rottura di quota 2.000 rappresenterebbe un incremento delle quotazioni di quasi il 18% rispetto al prezzo di oggi, di poco superiore ai 1.770 dollari l'oncia.

Deutsche Bank: il prossimo anno potremmo superare i 2.300 dollari
Deutsche Bank, alla luce delle misure di stimolo messe in campo dalle banche centrali, ha annunciato di aver incrementato la view sul metallo giallo nel biennio 2013-2014. L'anno prossimo il prezzo medio dell'oro è stato incrementato a 2.113 dollari mentre l'outlook sul 2014 si attesta a 2.000 dollari/oncia. Secondo le stime dell'istituto tedesco, nel 2013 le quotazioni dell'oro potrebbero superare quota 2.200 dollari l'oncia. «Riteniamo che le misure delle banche centrali per stimolare la crescita, evitare la deflazione e ridurre il rischio sistemico rappresentino fattori decisamente "bullish" per i metalli preziosi ed in particolare per l'oro», ha detto l'analista Michael Lewis.

Gold Field Mineral Services: quota 2.000 possibile a inizio 2013
Il mercato, secondo Paul Burton, analista di Gold Field Mineral Services (Gfms) interpellato dall'agenzia Radiocor, ha messo nel mirino quota 1.800 dollari, e dovrebbe centrarlo entro la fine dell'anno perché le condizioni sono attualmente tutte a favore. Un quadro che, come solito, torna a rendere più attraenti investimenti difensivi come è appunto il metallo giallo. «Probabilmente - secondo Burton - vedremo 1.800 dollari/oncia entro fine anno e nel primo trimestre del prossimo potremmo vedere un nuovo spunto e superare quota 2.000 dollari».

Hsbc: picchi vicino a quota 2.000
In sintonia con tali previsioni anche quelle di James Steel di Hsbc, che ha sì rivisto in calo le proprie stime per il prezzo dell'oro di quest'anno - a 1.700 dollari di media (dai 1.900 dollari indicati all'inizio del 2012), ma ha ritoccato in rialzo quelle medie relative al 2013 (+4,2% a 1.850 dollari, con picchi vicino ai 2.000 dollari) e al 2014 (+1,4% a 1.775 dollari). «Siamo convinti - dice Steel - che impegno a tempo indeterminato della Fed nella politica del quantitative easing fino a migliorare il mercato del lavoro statunitense, sosterrà l'oro anche nel 2013».

Ubs: il nuovo QE3 assicurerà prosperità al commercio di oro
Qualche giorno fa pure Ubs ha alzato le stime sull'oro. Gli analisti dell'istituto con sede a Zurigo hanno annunciato di aver incrementato il prezzo medio del metallo giallo nel 2012 di 20 dollari a 1.700 dollari l'oncia. Sale anche la view sul 2013, che da 1.725 è stata portata a 1.900 dollari. «Il nuovo QE3 a tempo indeterminato assicurerà prosperità al commercio di oro», si legge nel report della banca elvetica.

Credit Suisse: dietro alla corsa anche la fame d'oro di Cina e India
Le previsioni di Ubs hanno seguito a stretto giro quelle dell'altro colosso bancario elvetico, il Credit Suisse: per quanto riguarda l'anno prossimo, la view sul metallo giallo sale da 1.720 a 1.840 dollari l'oncia. Secondo l'istituto svizzero i prezzi saranno sostenuti in primo luogo dalle politiche di allentamento della Fed che nello spingere al rialzo le attese di inflazione sosterranno i metalli preziosi. Inoltre, le quotazioni beneficeranno dei possibili downgrade del merito di credito statunitense (nel caso in cui non venga evitato il cosiddetto fiscal cliff) e degli acquisti di oro fisico da parte di Cina e India.

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