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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 22:55.

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Giornata nera per Wall Street. I listini, che si avviano a chiudere il primo mese negativo dopo cinque rialzi di fila, hanno subito il duro contraccolpo di alcune trimestrali peggiori delle stime, un campanello di allarme sullo stato di salute della Corporate America, che finora aveva dato segnali incoraggianti sul comparto industriale americano. In una giornata pessima per i listini e per la maggior parte dei titoli, una società ha brillato: Facebook ha trovato il riscatto rispetto alle settimane precedenti dopo una trimestrale al di sopra delle aspettative.

Il social network, che aveva chiuso la seduta in rialzo dello 0,93%, nel dopomercato è arrivata a guadagnare il 10% dopo i conti. Anche se ha virato in rosso (perdite per 59 milioni di dollari, contro l'utile di 227 milioni dell'anno scorso), Facebook ha visto salire gli utenti attivi (+26% a 1,01 miliardi) e fatturato collegato alle inserzioni pubblicitarie (+36% a 1,09 miliardi di dollari).

Per il Dow Jones e lo S&P è stata la seduta peggiore in sette settimane, con le blue chip che hanno bruciato quasi 250 punti (non succedeva da quasi un anno che il listino perdesse più di 200 punti due volte in tre sedute). In una giornata di fortissimi ribassi per le blue chip, solo Intel (+0,61%) e Microsoft (+0,17%) sono riusciti a chiudere al di sopra della parità. Il Dow Jones ha dunque chiuso in ribasso dell'1,82% a 13.102,53 punti, il Nasdaq ha ceduto lo 0,885 a 2.990,46 punti e lo S&P ha perso l'1,44% a 1.413,11 punti.

Gli intermediari hanno guardato alla riunione della Federal Reserve: domani la decisione sul costo del denaro, è atteso un nulla di fatto sui tassi ma potrebbe cambiare il linguaggio usato per definire la strategia futura. New York ha pesato come un macigno anche sulle piazze europee, che già stavano segnando cali vistosi.

Ha pesato in particolare il brusco calo di DuPont de Nemours: il colosso chimico americano ha ceduto il 9,06%, a 45,25 dollari per azione e poco sopra i minimi delle ultime 52 settimane. La società, oltre ad avere visto crollare l'utile netto da 452 a 10 milioni di dollari e avere registrato un ribasso del fatturato pari al 9%, ha presentato un piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 1.500 posti di lavoro a livello globale nell'arco dei prossimi 15-18 mesi. In controtendenza Ups (+3,03%), nonostante il forte calo dell'utile nel terzo trimestre. Bene anche Yahoo (+5,71%): al di là della buona trimestrale, agli intermediari sono sembrati convincenti i primi tre mesi di Marissa Mayer come amministratore delegato ed è piaciuto il fatto che le attività fondamentali della società hanno riportato risultati migliori delle aspettative.

In forte calo anche Apple (-3,26%), che ha alzato il sipario sul nuovo iPad mini, una versione più piccola del tablet del colosso di Cupertino. Come da previsioni, è spesso 7,2 millimetri e pesa la metà rispetto all'iPad di dimensioni più grandi, ha schermo da 7,9 pollici e risoluzione di 1.024 x 768 pixel (appena inferiore a quella dell'iPad).

L'allarme trimestrali e i dubbi sulla tenuta della Corporate America si sono fatti sentire anche sugli altri mercati: il petrolio ha terminato in ribasso del 2,2% e al minimo dal 12 luglio (in calo di 1,98 dollari a 86,67 dollari al barile, dopo avere toccato il minimo intraday di 85,69 dollari). L'oro invece è scivolato al minimo da inizio settembre, cedendo l'1% (-16,9 dollari a 1.709,40 dollari l'oncia). Sul fronte valutario, da segnalare il rialzo del biglietto verde (l'euro è sceso a 1,2981 dollari). In aumento infine i titoli di stato, con i rendimenti decennali scesi all'1,75% e i trentennali in calo al 2,90 per cento, dopo che Moody's ha tagliato il rating di alcune regioni spagnole.

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