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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2012 alle ore 07:15.

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Nella foto l'aeroporto di Milano Malpensa (Fotogramma)Nella foto l'aeroporto di Milano Malpensa (Fotogramma)

Sea, l'azienda pubblica che gestisce gli aeroporti di Milano Linate e Malpensa, scalda i motori per la Borsa, ma c'è già chi ha preso ampiamente il volo. Ben prima dello sbarco sul mercato. Sono i 5 membri del Collegio sindacale di Sea (il presidente Giancarlo Giordano; e i 4 sindaci effettivi: Aldo Londei; Fabio Malcovati; Maria Luisa Mosconi e Raffaella Pagani) che incassano dalla società la cifra complessiva di 900mila euro l'anno.

Il tutto per sorvegliare sui bilanci della futura società quotata. Vista così sembra poca cosa o può dire poco. Ma in realtà è un record assoluto se paragonato a giganti del listino, siano essi pubblici o privati. Basti pensare che il collegio sindacale dell'Enel prende compensi per soli 235mila euro l'anno. Ed Enel ha un fatturato che vale oltre 100 volte quello della Sea.

E che dire dell'Eni? Ebbene la più grande società italiana per capitalizzazione spende per l'organismo di controllo dei conti 513mila euro, poco più della metà dell'incasso dei 5 uomini d'oro dei conti della piccola società aeroportuale milanese. Se si guarda poi a Telecom Italia anche qui la musica non cambia. I compensi annui della società telefonica sono a quota 500mila euro. Se poi si va sul privato quell'anomalia di Sea spicca davvero il volo. Fiat spende per il suo collegio sindacale 260mila euro, quasi un quarto della società presieduta da Giuseppe Bonomi.

Ovvio che una domanda a questo punto sia più che legittima. Come mai il costo del controllo dei conti di Sea non ha uguali in Italia, quanto meno sulle aziende già quotate? O la contabilità è alquanto astrusa e richiede molta competenza e capacità e quindi va ben pagata oppure quei compensi appaiono assolutamente fuori mercato. Si spera che prima della quotazione il presidente Bonomi voglia chiarire quest'anomalia.

Se poi ai costi dei vigilantes sui bilanci della società si aggiungono i compensi ai principali dirigenti, che valgono 3,64 milioni di euro, si scopre che il vertice dell'azienda pubblica costa 4,5 milioni di euro. Per capire se sono tanti o pochi basta raffrontarli ai ricavi e agli utili. Si scoprirà che sono lo 0,7% dei ricavi e l'8,3% dell'intero utile netto del gruppo Sea pari nel 2011 a 54 milioni di euro. In tempi magri come questi forse un po' di sana spending review sarebbe opportuna. Tanto più se sei un'azienda pubblica che da domani avrà nel suo azionariato anche risparmiatori cui verranno chiesti quattrini.

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