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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2012 alle ore 06:43.

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Gli uomini di Unipol salgono sul ponte di comando di Fonsai mentre il vecchio management, uscendo di scena, polemizza con l'Isvap per le accuse di «inerzia» sulle azioni di responsabilità da intraprendere nei confronti della vecchia gestione. L'assemblea degli azionisti del gruppo assicurativo ha ieri rinnovato il consiglio di amministrazione aggiornandolo ai nuovi rapporti di forza determinati dai recenti aumenti di capitale della controllante Premafin e della stessa Fonsai. Come previsto gli esponenti più rappresentativi di Unipol e dei suoi soci di controllo (le coop) sono entrati nel nuovo board che sarà presieduto dall'ex presidente dell'Ania (l'associazione degli assicuratori) Fabio Cerchiai. E, nel ruolo di amministratore di minoranza, arriverà in cda anche Gian Paolo Galli che proprio dell'Ania è stato direttore generale. La squadra verrà completata alla prima riunione del board con l'attribuzione delle deleghe operative all'Ad di Ugf Carlo Cimbri.
La novità, più che nell'esito scontato delle votazioni, è piuttosto nel mandato annuale attribuito al nuovo Cda che scadrà il prossimo anno. Il motivo: allineare il rinnovo del board con quello di Unipol gruppo finanziario (Ugf), in programma anch'esso per il 2013, così da evitare le numerose sovrapposizioni tra i due organismi e disegnare una corporate governance unitaria per l'aggregato che nascerà dalla fusione tra due gruppi assicurativi. Dopo i compensi stratosferici della passata gestione dei Ligresti la Fonsai targata Bologna nasce all'insegna della parsimonia con retribuzioni ai manager non esecutivi dimezzate (da 50 a 30 mila euro l'anno). Alla prova del rigore sono ora attesi anche i compensi dei manager esecutivi.
L'assemblea degli azionisti è stata ieri l'occasione per nuove scintille tra i manager in scadenza e l'Isvap sulle azioni da intraprendere nei confronti della vecchia gestione. Nei giorni scorsi il cda di Fonsai, polemizzando indirettamente con la decisione dell'authority di nominare un commissario ad acta (Matteo Caratozzolo) per promuovere eventuali azioni di responsabilità, aveva ricordato di essere stata sul punto di prendere l'iniziativa. Bloccata proprio dalle decisioni del regulator. Ieri l'Isvap è tornata alla carica con una lettera in cui ha rinnovato le sue accuse di "inerzia" al vertice. Ciò che ha spinto l'amministratore delegato Emanuele Erbetta a ribadire l'impegno profuso in questi mesi per accertare le responsabilità («più di mille documenti messi a disposizione di advisor e sindaci»). Ora, comunque, la parola spetta a Caratozzolo che, presente ieri al meeting, ha rassicurato sulla sua determinazione. «Sto operando, a brevissimo conoscerete ciò che sto facendo».
Intanto ieri il Tar del Lazio ha rinviato al 24 aprile prossimo il giudizio di merito sul ricorso presentato da Unipol per attenuare la portata del provvedimento con il quale l'Antitrust ha autorizzato l'integrazione con Fonsai imponendo cessioni di portafoglio per 1,7 miliardi di euro. Tutto questo, comunque, non modifica il processo di dismissioni già avviato da Unipol. Tra l'altro ad aprile – ha fatto presente l'Ad di Premafin Roberto Giay - il treno delle cessioni sarà ancora in movimento. Vi sarà ancora tempo, insomma, per sganciare eventualmente qualche vagone.
In serata l'agenzia Moody's ha abbassato a "E" il rating di forza finanziaria di Unipol Banca, lasciando invariato quello della compagnia.
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