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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2012 alle ore 06:41.

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CANBERRA
Il Governo di Canberra verrà sfidato in tribunale sulla nuova tassa sui superprofitti minerari. L'Alta Corte australiana ha accettato di ascoltare le contestazioni del tycoon delle materie prime Andrew "Twiggy" Forrest, in un'udienza che avrà luogo il prossimo marzo. Il proprietario di Fortescue Minerals avrà tre giorni di tempo per convincere la Corte dell'incostituzionalità della Minerals Resource Rent Tax (Mrrt), in vigore dal 1° luglio.
Si tratta di un grave colpo per Canberra, in un momento in cui il Governo sta faticando ad ottemperare alla promessa di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2012-2013, promessa che era stata fatta dando per scontato che la nuova contestatissima tassa avrebbe portato nei forzieri dello Stato federale 3,7 miliardi di dollari australiani (2,9 miliardi di euro), poi calati in seguito a stime più recenti a 2 miliardi di A$.
Se la contestazione di Forrest avrà successo Canberra si ritroverà, secondo stime governative, con un "buco" di bilancio da 9 miliardi di A$ nei prossimi quattro anni, di cui 2 miliardi nel solo 2012-2013. Si tratta di un'ulteriore fonte di preoccupazione, dopo la recente rivelazione che alla prima scadenza di fine ottobre nessuno dei tre big minerari, Bhp Billiton, Rio Tinto e Xstrata, ha contato finora passività fiscali in relazione al nuovo regime. A questo si è aggiunto un rapporto di Deloitte Access Economics secondo cui il promesso surplus del bilancio federale diventerà invece un deficit di 4,2 miliardi di A$, causato soprattutto da un calo delle entrate derivanti dal settore petrolifero e del gas, nonché dall'intero comparto minerario (il maggior contributore alla corporate tax), indeboliti dal calo dei prezzi delle materie prime e dalla forza eccessiva del dollaro australiano.
Rio, Bhp e Xstrata avevano contribuito a mettere a punto la tassa sui superprofitti minerari con il ministro delle Finanze Wayne Swan e il primo ministro Julia Gillard, dopo le dimissioni da presidente del Consiglio di Kevin Rudd, considerato troppo severo con l'industria mineraria.
Le società estrattive australiane di piccole e medie dimensioni si sono a lungo opposte al nuovo balzello, sostenendo che fosse stato ideato per favorire i grandi gruppi a scapito di quelli minori. L'oppositore più rumoroso era stato proprio Forrest, che ora userà tutta la sua eloquenza per cercare di dare la spallata finale all'odiata tassa.
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