Segnali discordati sul fronte del dollaro. Gli analisti convergono che su un dollaro debole, proprio in ragione dell'asse Obama-Bernanke e del quantitative easing. Secondo gli esperti di Credit Suisse il dollaro potrebbe scivolare nei confronti dell'euro, visto nei prossimi 12 mesi intorno a quota 1,35 sul biglietto verde. Ma intanto, la prima reazione dei mercati nel giorno della vittoria di Obama ha evidenziato un andamento opposto, complici le preoccupazioni concomitanti sull'Eurozona dopo che il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha annunciato che la crisi è arrivata anche in Germania.

«Quello di ieri è stato un pomeriggio che rimarrà a lungo nella mente dei traders, in particolare quelli sul cambio euro/dollaro. L'entusiasmo per la rielezione di Obama alla osservato nella notte, ha invece lasciato spazio ad un massiccio acquisto di dollari contro praticamente tutte le valute (a parte yen) fin dall'inizio delle contrattazioni europee nell'ambito di una sostanziale avversione al rischio innescata dal ritorno degli investitori a focalizzarsi sui grandi e dolenti temi macroeconomici - spiega
Davide Marone, analista valutario di Fxcm Italia -. Dopo aver rotto l'1,2840 sono stati spazzati via i supporti a 1,28 e 1,2780 e si è tornati sui minimi da quasi due mesi. Diventa cruciale l'attuale livello di 1,2750, che se violato potrebbe generare un ulteriore breakout al ribasso in grado di giungere l'1,2675».

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