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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2012 alle ore 06:41.
La Corte d'Appello di Roma ha accolto l'istanza di dissequestro delle quote detenute dal fondo libico Lafico in Italia, tra cui le partecipazioni nel gruppo Fiat. Lo riferisce a Radiocor Fabrizio Carbonetti, dell'omonimo studio legale che assiste Lafico. Il 13 novembre il Procuratore generale aveva dato parere favorevole allo scongelamento delle partecipazioni detenute dal fondo.
Oltre allo 0,33% in Fiat Spa e alla quota analoga in Fiat Industrial, Lafico detiene lo 0,008% in Eni e l'1,5% nella Juventus (anch'essa controllata da Exor, come le due Fiat). Inoltre fanno capo a Lafico due immobili, uno a Roma e uno – si tratta di un bosco – a Pantelleria.
Rimane sequestrato un albergo a Pantelleria che è detenuto da una controllata di Lafico. Una volta ottenuto il dissequestro – deciso ieri – come aveva preannunciato Carbonetti, sarebbe stato presentato ricorso anche per l'albergo. Le quote dei fondi libici Lafico e Lia detenute in Italia erano state messe sotto sigillo in occasione della dura repressione dei ribelli operata dal regime di Gheddafi. Recentemente sono state dissequestrate tutte le partecipazioni in mano alla Lia.
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