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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2012 alle ore 06:42.

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Sul mercato del riso si sta compiendo una silenziosa rivoluzione. Nella generale disattenzione dei media e degli analisti – distratti dai rincari record di altri cereali e della soia – la Cina si è conquistata un ruolo di primo piano anche come acquirente di questo prodotto, tanto che nel 2012 potrebbe balzare ai vertici della classifica internazionale degli importatori. Un evento sorprendente, dopo decenni di autosufficienza e con una produzione che ancora oggi è decisamente ampia, tanto che la Fao stima che il Paese asiatico custodisca 93,7 milioni di tonnellate di riso, il 12% in più rispetto all'inizio dell'anno e circa il 70% del suo fabbisogno.
Le cifre d'altra parte parlano chiaro. Nei primi dieci mesi del 2012 Pechino ha importato 1,98 milioni di tonn. di riso, il quadruplo rispetto alle 505mila di un anno prima. Al netto dell'export (poco più di 247mila tonn), il volume delle importazioni è cresciuto addirittura di undici volte nell'ultimo anno.
Per l'agenzia dell'Onu, la Cina è avviata a raggiungere quota 2,6 milioni di tonn. nel 2012, quantità che la catapulterebbe al secondo posto nella graduatoria degli importatori, alle spalle della Nigeria. Per il dipartimento dell'Agricoltura statunitense (Usda) – che ha da poco alzato del 37% la sua stima dell'import cinese, a 2,4 milioni di tonn. – Pechino potrebbe addirittura conquistare il gradino più alto del podio (Abuja per l'Usda si fermerà a 2,3 milioni di tonn).
A stimolare gli acquisti cinesi all'estero non sono state improvvise carenze, ma la maggiore convenienza dei prezzi: in patria – dove peraltro sono amministrati dallo Stato – sono oggi superiori a quelli offerti da tutti i maggiori esportatori, anche tenuto conto del trasporto. A favorire la divergenza è l'ampia offerta: in tutto il mondo si sono avuti generosi raccolti di riso e la produzione supera la domanda. Gli analisti ritengono tuttavia che le importazioni cinesi potrebbero rimanere consistenti anche in futuro: una novità che rischia di avere effetti ancora più dirompenti sul mercato rispetto a quelli che ebbe l'emergere di Pechino come importatore netto di mais. Le dimensioni del mercato del riso sono infatti circa la metà e la Cina (che è anche il maggior produttore di riso) consuma un terzo dell'offerta mondiale.
Anche la classifica degli esportatori promette intanto di essere stravolta nel 2012. La Thailandia, al primo posto dal 1983, sarà quasi certamente scavalcata da Vietnam e India, che oggi vendono riso a prezzi più convenienti di circa un terzo. Colpa dell'ostinazione del Governo di Bangkok, che ha prolungato per una seconda stagione la costosissima politica di sostegno ai contadini. Lo Stato, acquistando riso a prezzi gonfiati, ha già accumulato scorte per 14 milioni di tonn, di cui non riesce a disfarsi.
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