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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2012 alle ore 06:42.

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LONDRA
Affare quasi fatto: Rosneft è prossima all'acquisto di Tnk-Bp, il terzo produttore di petrolio russo. Il colosso di Stato sta per rilevare il 50% del capitale di Aar, che fa capo a quattro miliardari russi, nella joint venture con la britannica Bp. La firma dell'intesa è «questione di ore», secondo fonti attendibili. È la maggiore acquisizione mai realizzata in Russia e la più grande fusione nel settore petrolifero dai tempi di Exxon-Mobil nel 1999.
L'accordo era nell'aria da ottobre, quando Rosneft aveva dichiarato di avere raggiunto un'intesa preliminare per rilevare la quota di Tnk-Bp controllata da Aar per 28 miliardi di dollari in contanti. Nelle settimane successive erano però subentrate difficoltà con i quattro miliardari – Mikhail Fridman, German Khan, Viktor Vekselberg e Len Blavatnik – che non erano d'accordo sui termini dell'intesa.
I problemi si sono risolti solo grazie all'intervento diretto di Igor Sechin, il potente Ceo di Rosneft, ex vice e stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin. «Questo accordo è irreversibile», ha promesso Sechin agli azionisti. Con la duplice acquisizione da 55 miliardi di dollari Rosneft supera la cinese Petrochina diventando il maggiore produttore di petrolio al mondo con un output di oltre 4 milioni di barili di greggio al giorno, quasi metà dell'intera produzione russa di 10 milioni di barili.
Rosneft ha infatti già rilevato la quota del 50% di Tnk-Bp che apparteneva al gruppo britannico. Il 22 novembre scorso Bp ha siglato un accordo vincolante con il colosso russo che prevede la cessione per 17 miliardi di dollari in contanti e una quota del 12,8% di Rosneft. Bp inoltre ha ottenuto il via libera di Mosca all'acquisto per 4,8 miliardi di dollari di un'ulteriore quota del 5,66% di Rosneft, ceduta da Rosneftegaz. Il gruppo britannico quindi, che già aveva l'1,25% della società di stato russa, acquistato ai tempi dell'Ipo nel 2006, aumenta quindi al 19,75% la sua partecipazione, diventando il secondo azionista di Rosneft dopo il Governo russo e conquistando due poltrone nel consiglio di amministrazione.
Bp ha rinunciato alla joint venture decennale con Aar che è stata molto redditizia per il gruppo ma si è anche rivelata fonte di costanti problemi e controversie con i partner russi. Lo scorso anno i quattro di Aar si erano rivolti al tribunale e avevano ottenuto un'ingiunzione per bloccare la prevista alleanza tra Bp e Rosneft nell'Artico, che avrebbe violato l'intesa tra azionisti di Tnk-Bp. Ora invece Bp è libera di diventare il partner di Rosneft nell'esplorazione dei promettenti giacimenti del Mare Artico.
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