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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2012 alle ore 06:42.

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Sul tavolo del vertice delle Generali arriva il dossier Ppf. Secondo quanto appreso, l'amministratore delegato Mario Greco sarebbe al lavoro per rilevare da Petr Kellner il 49% della joint venture con cui il Leone di Trieste opera nell'Est Europa. Della questione il manager potrebbe anche informare il consiglio di amministrazione del gruppo convocato per oggi, ufficialmente per esaminare il budget e la riorganizzazione in Italia.
L'idea di Greco sarebbe di provare a strappare un accordo con l'imprenditore ceco prima del prossimo 14 gennaio, giornata in cui verrà presentata la nuova road map del gruppo assicurativo. La compagnia intende raggiungere il target grazie anche al supporto di tre advisor. Due legali e uno finanziario, Goldman Sachs. La condizione principale che dovrà essere definita nelle prossime settimane è evidentemente il prezzo al quale chiudere la transazione.
In quest'ottica, l'alleanza tra Kellner e le Generali avrebbe ampi spazi di manovra all'interno degli accordi siglati in Ppf. La facoltà di uscita concessa a Kellner stabilisce che questa può essere esercitata a luglio del 2014 con un potenziale esborso per Trieste tra i 2,4 miliardi e i 2,7 miliardi. Tuttavia, sempre quei patti sottolineano anche che se Kellner dovesse uscire prima del 17 gennaio 2013, il fair market value della jv non potrà essere inferiore a 2,5 miliardi. Ciò significa che si può provare a ragionare mediando queste cifre. D'altra parte, la repentina discesa nel capitale del Leone da parte dell'imprenditore ceco, che ormai detiene poco meno dello 0,65% del capitale delle Generali, aveva già fatto ipotizzare un divorzio anticipato. Ora bisognerà verificare se sussistono le condizioni. E questo lo dovrà fare Mario Greco nelle prossime settimane. La joint venture, in ogni caso, va bene: nei primi sei mesi dell'anno ha registrato un utile operativo in salita del 2,8% a 263 milioni, grazie soprattutto al buon andamento del ramo danni (saliti dell'8,2% a 1,228 milioni).
Nel mentre, sul tavolo del consiglio di amministrazione di oggi, oltre al budget arriverà anche il piano di riorganizzazione dell'Italia. Un piano che punta a rilanciare la centralità del marchio Generali. In ragione di ciò, è possibile che alcuni marchi storici vengano assorbiti sotto il brand più noto del Leone. In particolare, dovrebbero scomparire Ina-Assitalia, Fata e la Toro Assicurazioni. Nel piano predisposto dal vertice del gruppo, invece, dovrebbero restare in vita il marchio Genertel, complice il fatto che si appoggia su un canale distributivo piuttosto particolare, ossia il telefono, e Alleanza.
Infine, sembra che si faccia sempre più concreta l'ipotesi di un passaggio del 4,5% detenuto da Banca d'Italia in Generali al fondo strategico italiano della Cdp, mentre Unipol-Fonsai ha già completato lo scorso 10 dicembre la vendita sul mercato dell'1% della compagnia.
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