Gli americani sono pronti a mettere le mani sull'industria motoristica italiana. La conglomerata General Electric, una delle più grandi aziende al mondo, è a un passo dal rilevare Avio, colosso aeronautico piemontese nato da una costola della Fiat e ora controllato dal private equity inglese Cinven e partecipato in minoranza da Finmeccanica.
Da tempo Cinven voleva uscire dall'investimento e stava cercando un compratore. E dopo aver in più occasioni tentato la via della Borsa, e altrettante quella della marcia indietro, ora sembra aver alla fine trovato l'acquirente: un big del calibro di una mega-multinazionale statunitense. Secondo rumors di mercato, Ge avrebbe chiuso con successo la fase di due diligence ed è atteso l'annuncio di un accordo. La settimana entrante potrebbe essere determinante. Al lavoro sui dettagli finali, con le necessarie autorizzazioni antitrust europee, sarebbero i consulenti legali e quelli finanziari: da una parte gli advisor di Cinven, cioè Rothschild e Jp Morgan, e dall'altra i banker della conglomerata americana, Merrill Lynch e Credit Suisse. La valutazione sulla quale si starebbe ragionando sarebbe attorno ai 3,5 miliardi di euro.
Un pezzo importante di industria italiana, la ex Fiat Avio, potrebbe dunque finire sotto la proprietà di un'azienda statunitense. Ma quella di Avio non è solo l'exit di un fondo di private equity, vista la strategicità del settore (che va a toccare interessi nazionali come la Difesa): per questo nella partita è entrata anche la politica con il Governo Monti che aveva dato il suo benestare all'arrivo degli americani. Ora che Monti è dimissionario e si a va alle elezioni, lo stallo politico potrebbe avere effetti sulla tempistica della cessione.
A chi paventa una perdita di italianità in un settore sensibile, c'è chi oppone il caso del Nuovo Pignone. La storica azienda è stata rilevata anni fa proprio dagli americani e non solo Ge non ha chiuso gli stabilimenti, né trasferito altrove il know-how, ma anzi a Firenze ha insediato la sede mondiale della divisione oil&gas di tutto il gruppo.
Secondo quanto si apprende, quello che interessa di Avio agli acquirenti americani è la divisione civile dei motori aeronautici: non a caso a comprare sarebbe la divisione Ge Aviation. Resterebbe il nodo della parte spaziale che a Ge non interessa e su cui invece si concentrano le attenzioni del mondo politico, del socio di minoranza Finmeccanica e anche del Fondo strategico italiano che dovrebbe subentrare nell'azionariato al gruppo di piazza Monte Grappa. Ge potrebbe dunque metterla in vendita in un secondo momento, cosa che permetterebbe anche di spesare in parte l'investimento. Il colosso francese Safran sarebbe ad esempio tra i soggetti più interessati alla divisione spazio (con il lanciatore Vega), ma il Governo non pare intenzionato a farla cadere in mani straniere. Per questo motivo proprio il mantenimento sotto la sfera nazionale dello "spazio" sarebbe uno dei nodi più delicati da sciogliere in questi giorni.
Dovesse chiudersi l'operazione, per Cinven calerebbe il sipario su uno degli investimenti più lunghi del fondo guidato da Roberto Italia. Cinven era entrata in Avio quasi sei anni fa, comprandola a sua volta da un altro fondo, Carlyle, per la cifra di 2,8 miliardi di euro: un valore spropositato adesso che i multipli sono crollati. Con l'esplosione della bolla speculativa dell'M&A, Cinven aveva trovato difficoltà a uscire dall'investimento nei tempi normali per un fondo. Preclusa la via di rivendere a un altro fondo, con un rileverage che avrebbe sottoposto l'azienda a un ulteriore indebitamento, sono rimaste soltanto due strade: quella della quotazione, tentata senza successo dopo una girandola di annunci contraddittori, e l'arrivo di un compratore industriale.
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