TOKYO - La Borsa di Tokyo reagisce con una ulteriore avanzata dello 0,94% dell'indice Nikkei a 9.828,88 punti - sui massimi da circa 8 mesi - al ritorno al potere con una schiacciante vittoria elettorale del partito liberaldemocratico (Ldp) guidato da Shinzo Abe, che sarà il nuovo premier. In leggero calo i prezzi dei titoli di Stato nipponici, mentre lo yen è sceso ai minimi da 20 mesi, arrivando a superare quota 111 sull'euro e 84 sul dollaro. Va tenuto presente che i mercati avevano già indovinato la scommessa sull'esito delle elezioni di ieri, tanto che nelle ultime settimane il Nikkei aveva registrato un rally del 12%% e lo yen si era indebolito del 5 per cento. I liberaldemocratici (Ldp) hanno conquistato la grande maggioranza dei 480 seggi alla Camera Bassa, salendo da 119 a 294 parlamentari. Formando una coalizione con il tradizionale alleato New Komeito potranno contare su oltre due terzi dei seggi: abbastanza per far ipotizzare una maggiore stabilità in un Paese che ha avuto 6 premier diversi negli ultimi sei anni (tre dell'Ldp, tre del Partico Democratico che ha guidato il Paese negli ultimi tre anni), anche se non c'è alcuna maggioranza definita alla Camera Alta (per la quale si voterà a luglio e le cui decisioni possono essere annulate appunta con il voto di due terzi dell'altro ramo della Dieta) . Già domani mattina inizierano i colloqui per formare la nuova coalizione, ma prima Shinzo Abe si incontrerà con i vertici della Keidanren, la Confindustria giapponese, il cui presidente Hiromasa Yonekura ha salutato con soddisfazione un risultato elettorale che «dimostra le grandi aspettative del pubblico sulla capacità dell'Ldp di rilanciare l'economia, obiettivo per cui è necessaria una forte leadership politica».

Gli elettori hanno punito il Partito Democratico del premier uscente Yoshihiko Noda - che si è già dimesso da leader dello schieramento per assumersi la responsabilità del tracollo - più che dare pieno appoggio alle idee dei liberaldemocratici, tra cui quella di mantenere l'energia nucleare. Abe sta già pensando a una nuova manovra di stimolo fiscale per rilanciare un'economia in recessione e metterà sotto pressione la banca centrale perché ponga fine alla deflazione conseguendo un target di inflazione del 2 per cento. Già giovedì si attende una nuova mossa di allentamento della politica monetaria da parte della Banca del Giappone, la cui indipendenza appare ormai sotto minaccia. Secondo indiscrezioni, il nuovo ministro delle Finanze potrebbe essere l'ex premier Taro Aso.

Abe ha promesso un Giappone più risoluto sul piano dei rapporti internazionali, il che rischia di aggravare le tensioni con la Cina ma non è detto che, come nella precedente sua esperienza da premier tra il 2006 e il 2007, non faccia qualche gesto distensivo. Sempre comunque, dopo aver messo in chiaro, come ha già fatto ieri sera, che intende rafforzare l'alleanza con gli Stati Uniti e non cedere di un millimetro sulla sovranità sulle isole Senkaku (rivendicate da Pechino). Il suo primo viaggio all'estero, ha anticipato, sarà a Washington.

Tra l'altro sarà il nuovo Governo Abe ad avviare formalmente - nel corso del prossimo summit Ue-Giappone nella prima metà del 2013 – i negoziati per una partnership economica con l'Unione Europea, all'insegna di una maggiore libertà di scambi e investimenti (in proposito si è svolto sabato un convegno al Senato a Roma promosso dalla Fondazione Italia-Giappone: alcune perplessità esistono e tutti concordano che occorrerà fare il punto dopo un anno di trattative per verificare le potenzialità dell'ambizioso progetto).

Da segnalare, infine, che la percentuale dei votanti è scesa al minimo del dopoguerra del 59,3% e che un gruppo di avvocati di Hiroshima si è già rivolto alla magistratura chiedendo di invalidare le elezioni in quanto svoltesi con una legge elettorale già dichiarata incostituzionale per il maggior peso che assegna al voto rurale (la normativa è stata modificata ma non c'è stato il tempo di attuarla concretamente).

©RIPRODUZIONE RISERVATA