Jeffrey Sprecher Ceo di Intercontinental Exchange. (Reuters)

È nato solo 12 anni fa, ma oggi vale già 9,3 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto ai 5,8 miliardi del Nyse Euronext, conquistato oggi. L'Ice, l'Intercontinental Exchange che in queste ore ha annunciato l'acquisto del rivale per un prezzo che paga un premio significativo rispetto ai valori di mercato, é stato fondato nel 2000 da un ingegnere, Jeffrey Sprecher, che tre anni prima aveva comprato un il Continental Power Exchange (Cpex) proprio con l'obiettivo di fondo di creare una maxipiattaforma per il trading di commodities e derivati.

Grazie alla minor specializzazione sugli strumenti finanziari a favore di cds, commodities, prodotti agricoli ed energetici, l'Ice ha saputo cavalcare meglio anche questi anni di crisi che invece hanno pesato sui risultati di altri mercati, fra cui il Cme e lo steso Nyse. In parte le sue fortune sono legate alla continua crescita dei mercati emergenti e in particolare alla fame bulimica di materie prime da parte di India e Cina. Oggi l'Ice serve clienti in 70 paesi e dopo la combinazione con il Nyse potrà contare su 14 mercati e 5 clearinghouse. Il fondatore, Sprecher, é un uomo noto per la propensione a operazioni di m&a di alto profilo.

Nel 2001 ha acquistato l'International Petroleum Exchange, dove viene scambiata la maggioranza dei contratti future sul petrolio del Brent mentre nel 2007 non é riuscito a stoppare con un inserimento dell'ultimo minuto il matrimonio fra il Chicago Board of Trade e il Chicago Mercantile Exchange. Due anni fa, insieme al Nasdaq Omx, Sprecher aveva già tentato di comprare il Big Board ma l'operazione non era andata a buon fine. Allora i tempi non erano maturi, come ha riconosciuto oggi il ceo del Nyse, ma ora l'offerta messa sul tavolo da Sprecher era semplicemente troppo buona per lasciarla andare.

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