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Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2012 alle ore 06:41.

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Nel giorno in cui il nuovo Governo giapponese ha ufficializzato l'intenzione di abbandonare l'opzione zero sul nucleare introdotta dalla precedente amministrazione, la Tokyo Electric Power (Tepco) torna a battere cassa per coprire i costi crescenti dei risarcimenti relativi all'incidente alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi del marzo 2011. L'utility ha infatti rilasciato una nuova stima secondo cui gli oneri per le compensazioni arriveranno ad almeno 3.240 miliardi di yen (circa 29 miliardi di euro): 698 miliardi di yen in più rispetto alla precedente indicazione.
Il fondo pubblico-privato Nuclear Damage Liability Facilitation Fund prenderà in considerazione la richiesta il prossimo anno. Si tratta già del terzo incremento delle stime sui danni effettuato dalla Tepco, che ha già ricevuto sussidi per 1.500 miliardi di yen e dovrà fronteggiare altri ingenti oneri – in un ordine superiore ai 10mila miliardi di yen - per il decommissionamento della centrale e il recupero delle aree circostanti. Le sue azioni sono salite in Borsa con il ritorno al potere dei liberaldemocratici guidati da Shinzo Abe: dopo le analoghe anticipazioni del nuovo premier, ieri il ministro del Commercio e Industria, Toshimitsu Motegi, ha ufficializzato in una conferenza stampa il dietro-front rispetto agli orientamenti del precedente governo dell'ex premier del Partito Democratico Yoshihiko Noda. «Dobbiamo riconsiderare la politica della precedente amministrazione intenzionata a ridurre a zero il ricorso all'energia nucleare nel corso degli anni '30», ha dichiarato Motegi, agiungendo di essere pronto a riattivare impianti nucleari «se la loro sicurezza sarà confermata» dal nuovo organismo di regolamentazione del settore. Due reattori (dei 50 presenti nel Paese) erano stati già riattivati nel corso dell'estate. Non sembra immediata, comunque, la ripresa dell'attività in altre centrali, in quanto la nuova Nuclear Regulaiton Authority non pare intenzionata a velocizzare i suoi processi di valutazione e la concessione dei relativi permessi. In prospettiva, comunque, ci sarà un impatto di mercato, nel senso che il Sol Levante potrà contare parzialmente sull'energia nucleare per frenare l'aumento dell'import di petrolio e gas. Motegi ha anche escluso che il Giappone possa abbandonare il suo programma di riprocessamento di combustibile nucleare spento incentrato sull'impianto di Rokkasho, nel nord del Paese.
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