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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2013 alle ore 18:40.

Un consiglio di amministrazione straordinario delle Generali sta valutando l'opportunità di salire al 100% di Generali Ppf Holding, la joint venture che il gruppo triestino ha con Petr Kellner proiettata nell'Est Europa. Nelle scorse settimane il vertice del Leone, supportato da Bonelli Erede Pappalardo e a Goldman Sachs, e lo studio legale White & Case, che ha affiancato l'imprenditore ceco. si sono preoccupati di mettere a punto i dettagli della transazione. Ed ora, evidentemente, è arrivato il momento di tirare le fila della trattativa.
La condizione principale sulla quale si sono concentrati gli advisor era il prezzo al quale archiviare l'intesa, oltre alle modalità di risoluzione di alcune partite laterali, ossia gli investimenti effettuati dal Leone in alcuni fondi di private equity del gruppo Ppf. Il nodo principale, in ogni caso, era la valorizzazione della joint venture.
In quest'ottica, l'alleanza tra Kellner e le Generali offre ampi spazi di manovra all'interno degli accordi siglati in Ppf. La facoltà di uscita concessa a Kellner stabilisce che questa può essere esercitata a luglio del 2014 con un potenziale esborso per Trieste tra i 2,4 miliardi e i 2,7 miliardi. Tuttavia, sempre quei patti sottolineano anche che se Kellner dovesse uscire prima del 17 gennaio 2013, il fair market value della jv non potrà essere inferiore a 2,5 miliardi. Ciò significa che si può provare a ragionare mediando queste cifre. Va considerato, però, che nel bilancio semestrale di Ppf, il 49% di Generali Ppf Holding veniva valutato 2,65 miliardi . E questo è stato certamente uno dei valori chiave per stabilire il prezzo finale.
D'altra parte, la repentina discesa nel capitale del Leone da parte dell'imprenditore ceco, che ormai dallo scorso settembre detiene poco meno dello 0,65% del capitale delle Generali, aveva già fatto ipotizzare un divorzio anticipato. La joint venture, in ogni caso, va bene: nei primi sei mesi dell'anno ha registrato un utile operativo in salita del 2,8% a 263 milioni, grazie soprattutto al buon andamento del ramo danni (saliti dell'8,2% a 1,228 milioni).
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