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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2013 alle ore 09:25.

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Il blocco dei bancomat in Vaticano scattato all'inizio del 2013 è scaturito da una segnalazione della procura di Roma, nell'ambito dell'inchiesta su presunte attività di riciclaggio legate ad operazioni avviate dallo Ior, la banca della Santa Sede. La notizia è trapelata ieri, pochi giorni dopo la la decisione della Banca d'Italia di negare a Deutsche Bank Italia, l'unico istituto che da anni gestiva i Pos con il bancomat ed il circuito mondiale delle carte di credito nel piccolo stato vaticano, l'autorizzazione a operare. Infatti – secondo quanto appreso – la negazione da parte di palazzo Koch a partire dal 6 dicembre scorso dell'autorizzazione è avvenuta per assenza dei presupposti giuridici.

In particolare, per l'assenza, presso lo Stato della Città del Vaticano, di una legislazione bancaria e finanziaria e di un sistema di vigilanza prudenziale, ulteriori rispetto a quelli in materia di anti-riciclaggio. In sostanza, quindi, la negazione del disco verde a Deutsche Bank Italia – che svolgeva questo servizio dal 1997, ed era quindi ben noto alle autortià – è avvenuta non per carenze riferibili alla banca ma per mancanza di standard di garanzie da parte dello Stato Vaticano, paese extracomunitario.

L'inchiesta della procura di Roma sulle presunte attività antiriciclaggio riconducibili ad operazioni dell'Istituto per le opere di religione, è affidata al pm Stefano Rocco Fava. Lo sviluppo più eclatante fu, nel settembre 2010, il maxisequestro di 23 milioni di euro, ritenuti dagli inquirenti oggetto di una movimentazione caratterizzata da omissioni punite dalle norme antiriciclaggio. Un caso che vede ancora coinvolti l'ex presidente Ettore Gotti Tedeschi e l'allora direttore generale Paolo Cipriani, quest'ultimo tuttora in carica. Dopo il sequestro il Vaticano varò una riforma delle finanze vaticane – nel dicembre 2010 – legge che poi è stata riformata il 25 gennaio 2012, iniziativa questa che è stata oggetto di scontro dentro le mura leonine. Nel frattempo i 23 milioni – che erano stati messi in partenza dal Credito Artigiano con due bonifici verso la Jp Morgan di Francorforte – erano stati scongelati,ma l'inchiesta è rimasta in piedi.

La decisione di Bankitalia – sentita quindi la Procura – di bloccare i bancomat è il segnale che il livello di trasparenza finzanziaria Oltrevere è giudicata a Palazzo Koch ancora insufficiente, nonostante gli sforzi innegabili e un giudizio abbastanza benevolo del Consiglio d'Europa (sede dove i dirigenti di Bankitalia a quanto risulta tenere un atteggiamento critico).

La decisione del blocco delle carte di pagamento sta provocando in Vaticano dei disagi, che coinvolgono prima di tutto i Musei, ma poi anche la farmacia, molte frequentata da cittadini vaticani ma soprattutto italiani. Ora, dunque, nei dintorni di Piazza San Pietro le uniche forme di pagamento ammesse sono i contanti, gli assegni e il bancomat dello Ior, quelli dove sullo schermo compaiono (a richiesta) anche le istruzioni in latino. Esponenti delle finanze del piccolo stato avrebero manifestato la volontà di incontrare i vertici di Bankitalia per sbrogliare una matassa che potrebe rimanere ingarbugliata per anni, se non ci saranno delle iniziative normative nuove.

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