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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2013 alle ore 15:13.
Esodo dall'Euribor. Negli ultimi giorni tre istituti hanno abbandonato il panel che concorre alla formazione dell'indice interbancario, a cui sono agganciati miliardi di milioni di contratti derivati e la maggior parte dei mutui a tasso variabile erogati in Italia e nell'area euro.
Ieri ha annunciato il distacco dall'Euribor, l'austriaca Raiffeisen Bank International mentre 24 ore prima un'altra banca austriaca Erste group bank ha comunicato che sta rivedendo la sua posizione all'interno del panel. Panel che è passato da un massimo di 44 contributori ai 39 attuali (anche se il sito ufficiale dell'European banking federation ne indica 40 comprendendo ancora nel panel la Raiffeisen Bank International). Venerdì scorso hanno abbandonato l'indice Bayerische Landesbank e Rabobank mentre Citigroup e DekaBank si sono chiamate fuori nel 2012.
«Sono molto preoccupato per la situazione. Si tratta di una situazione grave - spiega Cedric Quéméner, direttore di Euribor-Ebf, al Wall Street Journal -. L'Euribor deve essere riformato, e in fretta».
La Commissione europea ha aperto a fine 2012 un'indagine su 12 banche europee per verificare se c'è stata manipolazione dell'indice Euribor dopo che Barclays e Ubs hanno patteggiato una sanzione ammettendo di aver manipolato il cugino dell'Euribor, il britannico Libor (scandalo che ha portato anche a degli arresti nella piazza finanziaria londinese).
Gli ultimi tre istituti che hanno dato forfait dal panel dell'Euribor hanno addebitato la decisione a motivi di lavoro, a una revisione delle priorità interne.
Ma le polemiche sulla credibilità dell'indice restano. Del resto le partenze rendono paradossalmente più vulnerabile l'indice a manipolazioni dato che - come ammesso dallo stesso Quéméner in un'intervista al Sole 24 Ore - il tasso è tecnicamente manipolabile ma trova la sua forza nella varietà del panel in cui rientrano istituti di aree geografiche differenti in modo tale da annullare un eventuale conflitto di interessi nelle comunicazioni dei tassi interbancari.
L'Euribor è un tasso nordico?
Allo stesso tempo i sospetti che l'Euribor sia ormai un tasso nordico, ovvero che rifletta gli scambi degli istituti del Nord Europa, quelli meno intaccati dalla crisi europea e dalla perdita di fiducia nel settore interbancario, ci sono. Un esempio? Oggi l'Euribor è stato fissato allo 0,55% (per la scadenza a 12 mesi), allo 0,19% (per la scadenza a tre mesi) e allo 0,11% (per la scadenza a un mese).
Qualche settimana fa Intesa Sanpaolo - che con UniCredit, Banca Mps e Ubi rientra tra le banche italiane che fanno parte del panel Euribor - ha emesso un covered bond agganciato ai mutui su cui paga una cedola annua del 3,7343%. Segnale che per gli istituti italiani i tassi di accesso al credito all'ingrosso sintetizzati dagli indici Euribor sono lontani anni luce.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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