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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2013 alle ore 08:44.

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Che fare se l'economia è debole perché la domanda privata (sia da parte delle imprese sia da parte dei consumatori) ristagna? La risposta del nuovo governo giapponese è: una maximanovra di stimolo pubblico all'economia finalizzata a creare 600mila posti di lavoro e a spingere di due punti percentuali il Prodotto interno lordo.

L'esecutivo del premier Shinzo Abe ha annunciato oggi un pacchetto di stimoli pubblici del valore complessivo di 20.200 miliardi di yen (224 miliardi di dollari) che farà uscire il Paese dalla recessione: la spesa extra del governo centrale sarà di 10.300 miliardi di yen (116 miliardi di dollari), mentre alla cifra totale si arriva calcolando l'insieme di risorse che saranno impegnate anche dalle amministrazioni locali e con il concorso del settore privato. "E' il governo che deve prendere per primo l'iniziativa per creare domanda e dare impulso all'intera economia", ha dichiarato il premier in una conferenza stampa. Pazienza se la manovra comporterà un aumento del già enorme debito pubblico, rendendo necessaria la compilazione di un extrabudget da 13.100 miliardi di yen nell'anno fiscale in corso: nelle circostanze attuali, la priorità, secondo Abe, non può andare alla riduzione del debito e nemmeno alla sua stabilizzazione.

Parte del pacchetto sarà finanziata con emissione di bond per 5mila miliardi di yen, mentre altri 8mila miliardi di bond addizionali saranno emessi nel corso dell'esercizio fiscale attuale. Molti economisti tendono a dare ragione all'iniziativa di Abe, almeno nel senso della sua efficacia nell'immediato per spronare l'economia: Nomura, ad esempio, ha già alzato le sue stime sul Pil dell'anno fiscale che inizia ad aprile dall'1% all'1,8%: già nel secondo trimestre di quest'anno , grazie alla manovra, il Pil dovrebbe crescere a un tasso annualizzato del 3,5% (mentre nel terzo trimestre 2012 si era contratto proprio del 3,5% annualizzato).

C'è un po' di tutto nel piano annunciato oggi: Abe assicura che sarà diverso dai tentativi del passato di rilanciare l'economia attraverso i lavori pubblici. Ma ci sarà molto nuovo lavoro per le imprese di costruzioni, ad esempio sotto forma di progetti per mitigare i rischi di disastri naturali. Non mancano sussidi alle aziende che investono in nuove tecnologie e nel risparmio energetico, aiuti alle piccole imprese in difficoltà, supporti al welfare (ad esempio con misure finalizzate a contrastare il calo della natalità). Nella cifra più alta indicata per la manovra è ricompreso anche il primo aumento delle spese militari da un decennio (per 100 miliardi di yen). A questo punto, l'attesa è che la Banca del Giappone ceda alle pressioni di Abe e ufficializzi presto la fissazione di un target di inflazione del 2 per cento: se il Governo pone fine alla recessione, la banca centrale dovrà porre fine alla deflazione.

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