SHANGHAI – Le Borse asiatiche girano la boa di metà gennaio con passo incerto. Oggi per quasi tutti i mercati azionari del Far East è stata una giornata contrastata, nella quale spicca l'ennesimo balzo in avanti delle Borse di Tokyo e Shanghai.

Il Nikkei ha archiviato la seduta con un progresso dello 0,7%, portandosi a quota 10.879 punti, il livello più alto degli ultimi 32 mesi. L'ennesimo balzo in avanti dell'indice giapponese è stato sostenuto dalle aspettative di crescita innescate dal piano di stimolo all'economia annunciato la settimana scorsa dal premier, Shinzo Abe, e dalle prospettive di un ulteriore allentamento della politica monetaria della Bank of Japan.

E anche dalla persistente debolezza dello yen (oggi, però, ha recuperato un po' di terreno) che aumenta la competitività delle aziende del Sol Levante che esportano il made in Japan. Perdendo valore sul dollaro, infatti, la valuta nipponica si svaluta automaticamente anche nei confronti delle monete di altri paesi asiatici, che spesso competono testa a testa con le multinazionali nipponiche sui mercati internazionali.

È il caso soprattutto dei colossi elettronici e automobilistici coreani e ciò spiega la recente debolezza della Borsa di Seul che anche oggi ha lasciato sul campo l'1,2 per cento.
L'effervescenza dei titoli finanziari e immobiliari ha spinto ancora verso l'alto la Borsa di Shanghai che si avvia a chiudere la seduta con un progresso di circa mezzo punto percentuale.

Grazie al ritorno della fiducia, e molto probabilmente grazie anche all'intervento del Governo, la Borsa Rossa ha guadagnato il 18% rispetto ai minimi degli ultimi quattro anni toccato ai primi di dicembre.

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