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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2013 alle ore 08:12.

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All'ultimo minuto rientra in gioco Cairo per La 7 e a questo punto la proposta dell'editore che già raccoglie la pubblicità per la tv di Telecom balza in pole position, sopravanzando quella del tandem Clessidra-Equinox per l'intero pacchetto di Ti media. Il consiglio di Telecom Italia, che si è riunito ieri per vagliare le offerte per la controllata, ha deciso di andare avanti con la procedura di dismissione, approfondendo entrambe le alternative, con l'obiettivo di portare al board del 7 febbraio, già convocato per il preconsuntivo 2012 e l'aggiornamento del piano industriale, l'approvazione dell'offerta definitiva. Per più di un motivo, il piatto della bilancia pende però dalla parte della proposta allo stadio meno avanzato, che è quella di Cairo e limitata alla sola tv La7.
Non sono noti i dettagli che sono tutti da mettere a punto in tempi rapidi, ma il concetto è che di fatto Cairo rileverà l'emittente con una "dote" di accompagnamento da parte di Telecom per poterne sostenere il processo di ristrutturazione. La 7 è stata scorporata in una società ad hoc operativa da settembre, senza trasferimento di debiti che restano e resteranno sulle spalle della capogruppo. Il trasferimento dell'asset a Cairo, libero da debiti, sarà inoltre accompagnato da ulteriori forme di sostegno che potrebbero tradursi anche in un'iniezione di capitali e comunque in pubblicità garantita da parte del gruppo di tlc, mentre è previsto il trasferimento di parte del personale da La 7 al gruppo Telecom.
In questo modo Telecom libererebbe il perimetro d'attività da una fonte di perdite che finora non è riuscita a gestire, tenendosi la parte del business, l'operatore di rete Ti Broadcasting, che, avendo terminato il piano investimenti, ha le migliori prospettive reddituali con utili in deciso aumento (+45 milioni le stime di mercato sull'Ebitda 2012). La 7 invece si avvia a chiudere il 2012 con un Ebitda negativo dell'ordine di 75 milioni (-52 milioni nei primi nove mesi), un passivo amplificato rispetto alla ventina di milioni di Mol negativo "normalizzato" dell'anno precedente con ricavi pubblicitari lordi previsti sostanzialmente stabili rispetto ai 186 milioni del 2011 (120-125 milioni, al netto delle commissioni). Cairo di suo ha da proteggere un contratto di raccolta pubblicitaria per La 7 molto favorevole, con commissioni che si aggirano intorno al 30%, il doppio rispetto al mercato, a fronte di un minimo garantito intorno a 120 milioni, con incentivi per la raccolta ulteriore. Contratto, prolungato fino al 2019, che sarebbe stato messo a repentaglio nel caso in cui la proprietà avesse considerato l'ipotesi di mettere in liquidazione La7, eventualità che non era da escludersi.
Mancano dettagli precisi anche per l'altra offerta, questa già "vincolante", presentata dai fondi di private equity Clessidra ed Equinox per l'intero pacchetto. Rispetto all'offerta preliminare, il valore economico non sarebbe cambiato – si parla sempre di una valutazione dell'enterprise value (equity più debito) di Ti media di 300-330 milioni – ma sono stati apportati alcuni miglioramenti alle condizioni richieste, che comunque rimangono. In particolare, sarebbero state abbassate le richieste di contratti pubblicitari garantiti da parte del gruppo Telecom, sull'organico da trasferire e sui rapporti finanziari con l'attuale controllante della società. L'offerta – a parità di importo complessivo – sarebbe rivolta anche agli azionisti di minoranza. Ma l'Opa sul flottante sarebbe destinata ad andare deserta. Togliendo infatti dall'Ev i 250-260 milioni di debito che gli analisti proiettano per fine 2012, resterebbe un equity di una settantina di milioni, un terzo rispetto all'attuale capitalizzazione di Borsa di 235 milioni. Cedendo a queste condizioni tutta la partecipazione, con un introito cash intorno ai 50 milioni, Telecom deconsoliderebbe oltre alle perdite (90-100 milioni stimati per il 2012) anche il debito, tuttavia dovrebbe segnare una minusvalenza visto che il valore di libro di Ti media contabilizzato nella Spa (bilancio 2011) è di 176 milioni.
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